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Sarri
Al termine della gara vinta contro i nerazzurri, il tecnico biancocelesteMaurizio Sarri si presenta in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Di seguito le parole del tecnico della Lazio.
La nota più soddisfacente della partita per lei qual è?
“Il fatto che iniziamo a dare la sensazione di poter attraversare indenni i momenti difficili delle partite. Oggi abbiamo preso gol da una situazione non pulita, l’unica grande difficoltà difensiva della partita è venuta dalla loro fisicità nelle palle ferme. Per il resto quando la squadra ha dovuto subire lo ha fatto con ordine. E l’ordine è una grande qualità, ti tiene in partita sempre e comunque”.
Un giudizio su Felipe Anderson e un parere sul sorteggio europeo.
“Non ci ho pensato onestamente. Conosco di più il Feyenoord ed è una buona squadra. Ho giocato qualche anno fa con i danesi, ma puntano sui giovani quindi sarà cambiata. Vedremo quando sarà il momento, ora prepariamo la gara di Genova che non sarà semplice. È vero che ci stiamo dando l’obiettivo della continuità, ma dobbiamo gestire bene il risultato. Ci deve dare solo consapevolezza e inerzia positiva. Domani mattina dobbiamo cominciare ad allenarci. Felipe viene giudicato di più per i numeri offensivi, ma a livello di continuità e applicazione lo vedo diverso. Lavora bene anche quando non ha grandi numeri offensivi. Penso che abbia preso la strada giusta, probabilmente a livello offensivo non sarà mai un mostro di continuità ma ora è un giocatore che nella squadra pesa sempre con un bilancio positivo”.
L’arrabbiatura sul tiro di Cancellieri, perché?
“L’ho messo per la gamba che ha, ma finiva sempre dentro il campo e diventava quindi problematico. Ero arrabbiato per quello, non per il tiro. Cercavo di farglielo capire ma non riuscivo a farmi sentire”.
La Lazio ha messo in mostra grande motivazione. E non ho capito il metodo dell’arbitraggio.
“Non l’ho capito neanche io. C’erano gli estremi per alcune ammonizioni anche nel primo tempo, noi al primo fallo abbiamo preso il giallo. A me sembra che un rigore da rischiare senza attendere il Var sia quello di Immobile. Ciro viene messo giù a tre centimetri dall’area e non si è fischiato nulla. Abbiamo fatto la riunione con l’arbitro che ci ha spiegato il nuovo regolamento, abbiamo promesso di essere più buoni e cercare di farlo. La soddisfazione? Finisce lì, da mercoledì si gioca ogni 72 ore e gli allenamenti non si fanno più. Si torna al calcio usa e getta”.
Sente questa Lazio un po’ più sua rispetto a quella dell’anno scorso? E Luis Alberto entra in corsa: può essere un dodicesimo uomo?
“La squadra ha fatto qualche partita di altissimo livello anche l’anno scorso, per esempio anche quella con l’Inter. Vediamo se quest’anno riusciamo a trovare quel qualcosina in più che ci è mancato l’anno scorso. È stato rappresentato da quelle partite perse senza neanche giocarle. La sensazione è che stiamo crescendo, l’applicazione di ragazzi è straordinario come nella seconda parte dello scorso anno. Ma siamo come il maratoneta che dice di andar forte al chilometro 4 su 30. Luis Alberto ha fatto benissimo, ma non per il gol. È entrato determinato. Stava facendo bene anche prima del gol. Quando ho avuto la sensazione che l’intensità del loro centrocampo fosse in flessione abbiamo messo giocatori più qualitativi ma leggeri. La voglia di vincere era tanta ed eravamo disposti anche a rischiare”.
Dopo l’1-1 dell’Inter spesso l’anno scorso la squadra si sarebbe persa. Stasera la Lazio si è subito ripresa in mano il gioco.
“Un po’ è caratteriale, un po’ è un luogo comune. L’anno scorso eravamo primi o secondi nel numero di partite ribaltate. Siamo diventati più ordinati dal punto di vista tattico e mentale, sembra che siamo più in grado di gestire i momenti di difficoltà della gara. Ma io voglio continuità, non una singola partita”.
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