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Lazio-Inter, Sarri: “Responsabilità anche mie. Un intervento della società…”

Sarri
Le parole del tecnico biancoceleste, intervenuto al termine del match con i nerazzurri direttamente dalla sala stampa dello stadio Olimpico
Michele Cerrotta

Segnali di risveglio: lampi di una buona Lazio si vedono soprattutto nel primo tempo e poi fino al raddoppio nerazzurro. Non basta però a portare a casa punti contro un'Inter forte e solida, ma abbastanza assente per la prima ora di gioco. Al termine del match, per analizzare la gara, è intervenuto in conferenza stampa Maurizio Sarri. Queste le sue parole.

Sente anche suoi i fischi? E se sì in cosa?

Abbiamo fatto una buona partita per sessantacinque minuti. L’inizio del secondo tempo è stato forse ancora più totale dal punto di vista della supremazia. Ci sono entrati in area per la prima volta sul secondo gol. Abbiamo avuto l’occasione del pari e la palla era circolata più veloce del solito. Questo potrebbe aiutarci nella fase offensiva, che in questo periodo non ci sta funzionando alla grande. Secondo me questa è una prestazione che potrebbe essere una bella base di ripartenza, non ci dobbiamo far condizionare dagli ultimi quindici minuti: per gran parte del match non ha controllato la gara con facilità. Abbiamo controllato la palla a lungo contro una delle più grandi d’Europa, poi abbiamo perso per un errore e mezzo. Sul secondo gol dovevamo andare subito in contrasto aereo. Ma quest’anno non avevo mai visto la squadra palleggiare con la velocità del primo tempo, penso che i fischi si riferiscano a quello che abbiamo fatto nelle vecchie prestazioni”.

La presenza in area di rigore è stato un problema. Può essere una soluzione la doppia punta?

Solo per questi finali di partita, non mi sembrano neanche due attaccanti adattissimi a giocare insieme, hanno caratteristiche simili. Poi se bisogna fare uno special team per gli ultimi dieci minuti di partita ci si può pensare”.

La curva ha esposto uno striscione riguardo le ambizioni della società. Quali sono quelle della squadra?

Sono quelle di tornare a essere la Lazio dello scorso anno, di tornare a fare le prestazioni come fatto in parte oggi. Al momento non ci deve interessare altro, non siamo in una situazione di classifica semplice. Se abbiamo la forza di fare prestazioni come quella di stasera tanti risultati potrebbero arrivare. A livello societario poi non lo so: penso che la scelta sarà tra andare a caccia di un posto in Europa in qualsiasi coppa o quella di aprire un nuovo ciclo con ragazzi più giovani. Ma è una cosa che non so, solo un’ipotesi plausibile. Ma bisogna sentire la società”.

Se le cose non dovessero andare bene sarebbe pronto a rivalutare il suo futuro?

Si va nelle ipotesi, che ne so io. Se vogliono fare una squadra giovane a me piace anche, anzi: mi potrebbe piacere anche di più. Io poi non ho mai diviso i giocatori, quando sento parlare dell’esperienza mi viene da ridere: vale finché l’efficienza è 100, ma quando è 90 non conta più nulla se no giocherebbe ancora Rivera. Ho sempre diviso i giocatori tra forti e meno forti, ci possono anche essere ventenni forti da tirare su che ti fanno bestemmiare per i risultati ma che poi ti danno soddisfazione. Non è una variabile questa”.

La classifica dice che la Lazio è undicesima: in società state facendo qualcosa per affrontare questo momento di grave necessità?

C’è un confronto giornaliero con il direttore e siamo intervenuti sia singolarmente che collettivamente. Il lavoro il direttore lo sta tirando avanti in maniera decisa e seria, sperando di venire a capo di una situazione difficile. Il presidente l’ho visto prima, era come me: dispiaciuto per il risultato ma la squadra gli era piaciuta stasera. Poi il presidente non può intervenire giornalmente: deve farlo secondo me tre o quattro volte l’anno, ma il direttore la sta menando”.

Quali sono secondo lei le sue responsabilità? E cosa non va al di fuori del rettangolo di gioco?

Non lo so, percentualizzare le responsabilità in un momento negativo mi sembra impossibile e poi anche semplicistico. È chiaro che se le cose non vanno la responsabilità c’è da parte di tutti: staff, giocatori… è difficile poi quantificare quanto. Ma sicuramente tutti abbiamo responsabilità, ma se poi la domanda è dove ho sbagliato non lo so. È un percorso simile a quello dello scorso anno ma con risposte diverse. Non è una cosa anomala, oggi uno mi ha chiesto quando ho iniziato ad allenare e mi sono vergognato: dal ’91. E per esperienza posso dirti che uno stesso gruppo in due stagioni diverse non ha le stesse caratteristiche soprattutto dal punto di vista mentale. Non so dove ho sbagliato altrimenti mi correggerei, ma sono il responsabile dell’area tecnica ed evidente se non stiamo facendo bene la responsabilità è in gran parte mia”.

Come ha visto Gila in queste gare contro attaccanti con caratteristiche differenti?

Sinceramente abbastanza bene. Tutto sommato ha retto bene anche fisicamente a tante partite ravvicinate. Ha grande velocità di punta e buona aggressività, fa recuperi di ottimo livello. In alcune letture e situazioni può migliorare, si lascia trasportare dall’istinto. Ha margini di miglioramento, ma sinceramente pensare ad avere tutti i centrali infortunati e un Gila subito a questi livelli”.

Solo scelta tecnica l’espulsione iniziale di Luis Alberto? Non c’entrano nulla i comportamenti?

Nell’ultimo mese è stato pieno di acciacchi, piano piano questo lo stava trasportando in partita. In una gara intensa come quella di stasera ho preferito tenermelo per gli ultimi minuti a intensità bassa. Kamada tra l’altro non ha fatto neanche male, ha grandi doti in fase di palleggio ed è forse quello che perde meno palloni. Gli manca quel pizzico di incisività che aveva trovato nell’ultima stagione all’Eintracht”.

Ha detto qualcosa a Marusic?

Che gli devo dire? Che ha sbagliato? Lo sa perfettamente da solo, sono errori talmente palesi che non c’è da infierire né da sottolineare. Possono capitare a tutti, ma penso che qualcuno gli abbia impallato Lautaro altrimenti è un passaggio folle. Ma sono errori marchiani, come quando uno sbaglia un gol da un metro: cosa vuoi sottolineare? Purtroppo è venuta fuori questa cosa che ci ha condizionato pesantemente”.

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