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Immobile
“Serve che resto tranquillo, perché la squadra ha bisogno di un Ciro tranquillo, che ritorni quello che è sempre stato”. Aveva le idee chiare Immobile prima della sfida con il Monza: mantenere la calma per ritornare il solito implacabile marcatore che è sempre stato. Sono bastati appena 13 minuti al capitano della Lazio per tornare a fare quello che ha sempre fatto: segnare. Anche il Monza si è iscritto alla lista delle vittime del Re, a segno ora contro tutte le squadre dell’attuale Serie A e contro 34 club complessivi del massimo campionato italiano. Un gol che avvicina anche Immobile ai 200 con la Lazio (ne mancano due) e in Serie A (in questo caso ne servono ancora quattro). Ma anche un gol che non nasconde le difficoltà che coinvolgono il capitano della Lazio, alle prese anche con la sfortuna.
Guai a dire che Immobile non serva più a questa squadra. È l’unico attaccante ad aver segnato quest’anno (2, come Luis Alberto, a 1 invece Provedel e Kamada). Un dato che mostra le difficoltà di un reparto che lo scorso anno aveva invece portato gol e assist in serie. Immobile invece fin qui ha avuto poca assistenza, spesso si è trovato a combattere da solo contro cinque o sei avversari, emblematico in tal senso lo scatto contro l’Atletico Madrid.
Soprattutto, Immobile si è ritrovato a combattere anche contro la sfortuna: sono tre i pali colpiti in appena cinque giornate di campionato. Uno ieri contro il Monza, a Di Gregorio battuto. La Lazio sarebbe tornata in vantaggio, chissà come sarebbe cambiata la partita. Chissà come sarebbe cambiata la sfida col Genoa se il pallonetto non si fosse stampato sulla traversa. E chissà cosa sarebbe accaduto se, due minuti prima del gol del pari del Lecce, il tiro di Immobile deviato da Falcone non si fosse stampato sulla traversa. Molto probabilmente la classifica sarebbe stata diversa, oggi. I se, però, non regalano punti: per portarli a casa servirà un cambio di rotta collettivo già da mercoledì, quando all’Olimpico arriverà il Torino.
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