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Immobile: “Arabia? Ho ancora tanto da fare con la Lazio e con la gente che mi ama”

Immobile
Tutte le parole di Ciro Immobile intervenuto a Verissimo e che ha affrontato i temi della situazione attuale e del suo possibile futuro

Intervenuto ai microfoni di Verissimo Ciro Immobile ha toccato tanti tasti. Il capitano della Lazio ha parlato della sua situazione attuale oltre che delle possibilità per il futuro.

"L'infortunio ormai è superato anche se mi dispiace aver saltato la partita contro l'Atalanta e gli impegni della Nazionale. Il nostro obiettivo rimane quello di qualificarci per Euro2024, e di certo ce la metteremo tutta. La verità è con queste due maglie è sempre un'emozione per. La Lazio è e sarà per sempre nel mio cuore, sono il capitano e insieme abbiamo fatto tante belle cose.

Ultimamente è uscita una mia intervista, ma quando parli e le cose sono scritte sono diverse rispetto a quando ne parli in video, in cui puoi anche leggere l'immagine, anche l'espressione del viso che ti fa capire il vero messaggio che uno vuole mandare. Ho sbagliato io a dare forse troppa importanza ai pochi, invece di dare ascolto a tutta la gente che mi ama e che non ha mai pensato di tradirmi e io di tradire loro. Non direi mai in un''intervista che voglio andare via perché non è una cosa che fa parte del mio stile. Arabia? Ho ancora da fare molto con la Lazio e la gente che mi ama".

Noi siamo una squadra come famiglia, ci proteggiamo l'un l'altro. Da quando sono padre sono cresciuto con i miei figli, gli ho insegnato tanto e loro hanno insegnato tanto a me. Quando è nata Michela eravamo due ragazzini, siamo stati premiati con questo dono perché avevamo tanto amore e poi abbiamo capito che eravamo portati a fare i genitori.

Veniamo entrambi da una famiglia umile, ma sia io che mio fratello siamo cresciuti bene e abbiamo seguito la strada giusta con il sacrificio e con il lavoro. Ho lasciato molti miei compagni di classe e calcio che hanno scelto la strada più facile. Devo ringraziare mio padre che ha vissuto in me il suo sogno. Viene da una famiglia numerosa e ha lavorato fin da piccolo per aiutare mio nonno. Non ha potuto giocare a calcio, anche se mi hanno detto che aveva potenzialità. Per questo mi ha spinto e sostenuto sempre in questo sogno".

 

 

 

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