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Ciro Immobile
La prestazione di Ciro Immobile contro il Meppen non è stata indimenticabile, inutile negarlo. Ma sarebbe un errore gravissimo non contestualizzare la prestazione all’interno della situazione generale. Venticinque giorni fa circa, infatti il bomber di Torre Annunziata si laureava campione d’Europa dopo aver giocato tutte le partite da titolare. Unica eccezione, infatti, la terza del girone contro il Galles, in cui Ciro è rimasto in panchina. Poi quasi tre settimane di meritate vacanze e, nell’ultima giornata di luglio, il rientro a Formello con il gruppo. Immobile quindi è sceso in campo a distanza di circa novantasei ore dal primo impatto con Sarri e le sue richieste.
Normale quindi vederlo privo di smalto, di cattiveria e fame agonistica. Da una parte il Meppen, squadra sì di terza serie ma già in ritmo campionato. Dall’altra una Lazio reinventata e in fase di rodaggio con un Immobile senza nemmeno una settimana di preparazione. Servirà tempo alla squadra, così come servirà tempo a Ciro. Che, però, con Sarri si è immediatamente trovato bene, come del resto l’intera rosa. Il tecnico biancoceleste ha sempre fatto segnare molto i suoi attaccanti: una volta ritrovata la condizione e assimilate le richieste sarà tutto più semplice. E in tal senso il rigore sbagliato può far ben sperare.
Sono solo numeri e statistiche, è vero, ma l’errore dal dischetto in ritiro non è una novità per Immobile. Capitò nello scorso precampionato, quando il bomber di Torre Annunziata sbagliò contro la Triestina. Ma soprattutto capitò anche nel 2017, contro la Top 11 Radio 103 Club. Perché soprattutto? Perché quell’anno Immobile giocò quarantasette partite ufficiali, trovando la via del goal in ben quarantuno occasioni. Solo numeri, quindi, ma numeri importanti e da capogiro a cui del resto Immobile è sempre stato abituato in biancoceleste. E allora sarà davvero solo questione di tempo e chissà che la prima rete non possa arrivare già domani in Olanda contro il Twente.
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