È in festa l'Olimpico al fischio di inizio del signor Colombo. Nel soleggiato pomeriggio che illumina la Capitale gli oltre 45.000 cantano e spingono la Lazio forti della voglia di battere un avversario dal livello prestigioso. L’Udinese parte meglio e la traversa di Samardzic ne è la prova. Passano i minuti e la Lazio cresce: solo un grande chiusura su Felipe Anderson prima e un riflesso importante di Silvestri su Milinkovic-Savic poi negano il vantaggio biancoceleste. La squadra ci crede e il popolo laziale spinge ancora di più. Intorno alla mezzora, però, ci si accorge subito che qualcosa non va. Immobile si ferma, guarda la panchina e si slaccia la fascia da capitano, il pugno in bocca con gli occhi chiusi e doloranti. La maglia sopra il volto a nascondere rabbia e incredulità nel fermarsi nel momento migliore suo e della squadra. L’Olimpico si gela qualche secondo come per metabolizzare l’accaduto: il re si è fermato e il suo popolo sembra smarrito. Prende coraggio poi il pubblico biancoceleste che canta a squarcia gola per il proprio capitano.
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Immobile: l’anima della Lazio. Il Re si ferma, l’Olimpico si gela
Sport e Salute
Non lo dice esplicitamente Sarri nel post partita ma è inevitabile che le sue considerazioni in merito alle condizioni del terreno di gioco rimandino all’infortunio di Immobile. Questa mattina i dirigenti di Sport e Salute hanno incontrato la società biancoceleste a Formello. Presenti Sarri, Tare e Milinkovic-Savic per cercare di risolvere il problema relativo alle condizioni del terreno dell'Olimpico. L’intervento necessariamente dovrà vedere un lavoro diverso rispetto a quello fatto durante la pausa per là nazionali che, osservando il risultato odierno, è evidentemente fallito. Dovrà essere imperativo sistemare un campo da gioco non degno della città che lo ospita e che vede in Immobile la vittima illustre di un problema evidenziato a gran voce da tempo da parte di entrambe le squadre che fanno dell'Olimpico la propria casa. Ora l'indifferenza degli enti principali al richiamo di tale necessità di miglioramento ha privato di un re il suo popolo con un futuro, adesso, tutto da decifrare.
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