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La Lazio, Immobile, l’Arabia e i tifosi: non servono polemiche ma atti d’amore

Immobile
Sesto giorno di allenamento ad Auronzo. I tifosi acclamano Ciro, che promette autografi. I ritardi si mettono di mezzo, allo Zandegiacomo...
redazionecittaceleste

La notte porta consiglio, il riposo forse ancora no. Ad Auronzo di Cadore la mattinata scorre via lenta, con il primo break concesso da Sarri alla squadra. Mezza giornata libera dopo l’amichevole e tutti in campo nel pomeriggio. Qualche goccia inaugura la seduta allo Zandegiacomo, ma non ferma i tifosi affamati di Lazio, affamati soprattutto di Immobile. Anche perché nel pomeriggio inizia a diffondersi la notizia dei ritardi di Castellanos, impossibilitato a raggiungere Auronzo per questioni burocratiche. E in attesa del vice, tutto l’affetto si riversa sul Re. È un bagno di amore quello che va in scena sotto le Tre Cime di Lavaredo, solo l’amore del resto può convincerlo ad allontanare le multimilionarie sirene d’Arabia.

Ciro sente, si volta verso gli spalti, alza un braccio in segno di ringraziamento. Poi al termine della seduta si avvicina alla rete, si avvicina al suo popolo e ai bambini che lo acclamano e lo implorano: “Resta con noi”. Stringe la mano a una piccola tifosa e rimanda all’uscita dal centro sportivo la firma degli autografi. Passa un’ora, con i tifosi accalcati davanti al cancello. Quando finalmente esce il van incaricato di portare i calciatori in albergo con Immobile a bordo, il capitano abbassa il finestrino e si scusa. “Mi fermo domani, abbiamo fatto tardi. Facciamo domani, ve l’ho promesso: o mattina o pomeriggio”. I tifosi, seppur a malincuore, sembrano capire. Qualcuno prova a insistere: “Io domani non ci sto”. Uno di loro si lascia scappare qualche parola di troppo. La tensione e l’angoscia degli ultimi giorni vengono a galla tutti insieme e anche Immobile risponde a tono.

È lo scoppio inevitabile di una miccia da tempo innescata dall’offerta saudita. La proposta araba è reale, certi pensieri sono la logica conseguenza. Ciro è leggenda, Ciro è la Lazio. Ma è anche un ragazzo di 33 anni, reduce da un anno maledetto, che non può ignorare certe cifre. Sono giorni tormentati, la Lazio è casa sua ma la sua vita è a un possibile punto di svolta. Dietro al campione c’è un uomo, dietro l’uomo un atleta con ritmi serrati e imprevisti inevitabili. Domani sarà un altro giorno: sarà, e dovrà essere, il giorno degli autografi di Ciro. Sarà il giorno in cui tornerà il sereno, fino ad allontanare definitivamente le sirene d’Arabia. È una legge non scritta, valida da sempre: è un atto di fede e di amore quello che ora bisogna chiedere a Immobile, per sconfiggere le lusinghe dei petrodollari. Il Re è nudo. Viva il Re!