Arriva la sentenza della Cassazione a dirimere una delle querelle più importanti della recentissima storia del calcio italiano. Era il 5 novembre 2019 quando l'ammutinamento di alcuni calciatori del Napoli, all'epoca guidato da Ancelotti, a seguito del pareggio per 1-1 contro il Red Bull Salisburgo in Champions League dopo la decisione di De Laurentiis di mandare in ritiro la squadra divise lo spogliatoio partenopeo. Oggi, dopo cinque anni e mezzo, si chiude questa particolare vicenda. Secondo i giudici, dunque, la decisione del club di scegliere il ritiro per gli azzurri era legittima e fu tutt’altro che vessatoria.
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Lazio, Hysaj e l’ammutinamento con il Napoli: la Cassazione condanna l’albanese
All'epoca dei fatti il Napoli si rivolse all'Avvocato Mattia Grassani, promuovendo un’azione disciplinare in seguito al rifiuto dei calciatori di recarsi a Castel Volturno dopo il match. I componenti del gruppo squadra fecero tutti rientro nelle loro abitazioni, fatta eccezione per lo staff tecnico proprio di Ancelotti. Il Napoli optò per sanzionare gli ammutinati e, in seguito alla decisione del Collegio Arbitrale del novembre 2021, quasi tutti scesero a patti con De Laurentiis.
Tutti tranne, appunto, Hysaj, oggi alla Lazio, che intraprese le vie legali contro il club e il suo presidente. Senza, però, successo. Oggi il terzino albanese classe 1994 è stato quindi condannato a pagare 40.000 euro di multa più le spese processuali: "Si tratta della prima decisione di Cassazione in materia e farà giurisprudenza. I giudici di legittimità hanno confermato il corretto operato del Napoli e l’inadempimento dei calciatori", ha spiegato proprio Grassani a margine della sentenza emessa dalla Cassazione.
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