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Lazio, Guendouzi: “L’addio di Sarri uno shock, mi ha fatto crescere. Tudor….”

Stefania Palminteri Redattore 
Intervenuto ai microfoni de Le Parisien Matte Guendouzi ha parlato del ritorno in Nazionale oltre che del momento passato in biancoceleste

È una Matteo Guendouzi a tutto tondo quello che, ai microfoni de Le Parisien, è tornato a parlare. Al centro dei discorsi del centrocampista non solo l'emozionante ritorno in Nazionale ma anche e soprattutto il suo momento alla Lazio, oltre che un pensiero su questo cambio improvviso in panchina.

"Ho cambiato maglia d'estate e avevo bisogno di adattarmi a un nuovo ambiente e a un nuovo campionato, ma penso che il ritorno in nazionale ricompensi la costanza delle prestazioni in club. Sapevo che c.t. Deschamps continuava a seguirmi. Me l'ha pure detto e si è complimentato per il mio comportamento con la Lazio. Ho potuto lavorare con Maurizio Sarri, un grande allenatore, esigente come Emery, Arteta, Sampaoli o Tudor. In sette mesi alla Lazio mi ha fatto crescere molto tatticamente. Prima ero meno disciplinato e avevo la tendenza a correre un po' ovunque. Ormai so posizionarmi meglio e dosare le forze.

L'addio di Sarri? Ne sono stato un po' sorpreso e scioccato perché ha fatto un gran lavoro, portando la Lazio al secondo posto in uno dei migliori campionati al mondo, arrivando agli ottavi di Champions e in semifinale di coppa Italia. Ma va rispettata la scelta, ha preferito fare un passo indietro perché pensava che fosse meglio per la squadra. Tudor ha fatto cose belle al Marsiglia, anche se nel finale della scorsa stagione fu un po' complicato per tutti e non siamo riusciti ad arrivare secondi, piazzandoci terzi. Ma Tudor aveva fatto bene anche al Verona e la sua idea di calcio può far danni alle altre squadre di Serie A".


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