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Lazio, il gol non è più un problema. Gli avvii stagionali a confronto: il dato

Castellanos e Dia
Con Baroni in panchina il cambio di rotta offensivo è nei numeri: le prime tre giornate fanno dimenticare il recente problema in zona gol
Stefania Palminteri Redattore 

Cambio di rotta in panchina per una Lazio che cambia pelle. Baroni, fin dal primo giorno a Formello, si è presentato da subito come un allenatore che predilige un calcio offensivo e verticale. Una scelta fatta, forse, anche per cercare di porre rimedio alle mancanze offensive delle ultime stagioni, soprattutto dell'ultima annata. In questo senso, le prime tre giornate hanno dato gli effetti sperati: con 6 gol segnati (2 di media a partita) la Lazio è il secondo miglior attacco in Serie A, a pari merito con la Juventus e dietro soltanto all'Inter di Inzaghi (8).

Segnali di un cambiamento evidente anche rispetto al passato. Nelle ultime dieci stagioni - compresa quella in corso - soltanto due volte la Lazio è riuscita a segnare 6 o più gol nelle prime tre giornate. Era già successo con Inzaghi nella stagione 2017-18, sempre con sei marcature. Il picco risale alla stagione 2021-22, la seconda stagione di Sarri, ed è di 9 reti nelle prime tre gare, condizionate però da un reboante Lazio-Spezia 6-1.

Rispetto alla passata stagione (3) il numero è stato raddoppiato, la media si attesta a 4,9. Tradotto: la Lazio di Baroni sta viaggiando a una media superiore rispetto alle dieci stagioni precedenti in quanto a gol segnati negli avvii stagionali. L'attacco sembra funzionare bene: dall'ottimo impatto di Castellanos, all'ottimo inizio di Dia, passando per le sgasate di Tavares, all'attacco dello spazio degli esterni come Zaccagni o Isaksen. L'obiettivo, adesso, è trovare un equilibrio difensivo diverso e ritrovare solidità, una delle caratteristiche migliori della Lazio delle ultime due stagioni. Ma i primi segnali in attacco sono positivi.