Mai come in questo periodo l'assenza di un vero vice Immobile rischia di un trasformarsi in un rimpianto senza precedenti. La corsa verso la Champions e il cammino in Conference League sta entrando nel vivo e la Lazio comincia a manifestare tutti i limiti del caso. Non si può pensare di vincere sempre di misura e grazie a una difesa di ferro. Soprattutto se poi si ricade ciclicamente vittima dei propri limiti e blackout. La Lazio contro l'AZ resta padrona del gioco per appena 25 minuti e questa volta solo Pedro non è bastato. Il rimpianto più grande è non aver capitalizzato, ancora una volta, l'enorme mole di gioco prodotta. "Potevamo vincere 4-2, ma le nostre analisi evidenziano come siamo poco lucidi e meno cattivi sotto porta rispetto al passato" ha commentato Sarri a fine partita.
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Lazio, il gol è una chimera: nelle ultime dieci gare sono stati appena otto
Zaccagni e Felipe non segnano dal roboante 4-0 dello scorso 24 gennaio. Nelle ultime 10 partite tra campionato, Europa e Coppa Italia sono stati appena 8 i gol (di cui 3 firmati da un Immobile mai realmente in forma). Il motivo è chiaro: Immobile è l'unico che il gol lo ha realmente come prerogativa principale. Sarri è al comando dell'unica squadra d'Europa con un solo attaccante di ruolo. Stando a quanto si legge su Il Messaggero, dentro di se è furioso ma pubblicamente preferisce mantenere basso il suo profilo. A giugno aveva chiesto un giocatore alla Raspadrori, a Lotito era stato proposto Simeone (ora entrambi pedine chiave del Napoli di Spalletti). Alla fine si è deciso di puntare sui giovani. Non si voleva mettere troppa pressione a Ciro, non convinto di Simeone e che aveva suggerito Caputo. Alla fine neanche la punta oggi all'Empoli è arrivata (bocciato dalla società per l'età, ma che Sarri alla fine avrebbe accettato) e nel gioco della conta, oggi, alla voce prima punta resta solo Immobile, infortunato.
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