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Gian Piero Ventura
Giampiero Ventura, le cui ultime esperienza in panchina sono state con la Salernitana e l'Italia, è intervenuto nella puntata odierna di Quelli della Libertà. Ai microfoni di Cittaceleste TV e Radiosei, l'ex commissario tecnico azzurro ha toccato diversi temi. Passando dal rapporto con Claudio Lotito fino al suo ex pupillo Ciro Immobile. Senza tralasciare quel periodo in cui fu vicino ad allenare la Lazio: "Dopo trentasette anni ininterrotti di calcio ho deciso di fermarmi. Ho diritto di godermi un po' la vita e mi sono preso una pausa lunghissima che durerà da qui a, mi auguro, molto anni. Ho deciso di smetterla con il campo, ho fatto tanti anni. Poi le ultime vicende mi hanno fatto capire che ho dato tutto. Al di là dell'ultima parentesi (culminata con la non qualificazione dell'Italia ai Mondiali in Russia del 2018, ndr) sono contento di quello che ho fatto".
"Non si è rotto niente tra me e lui. Sono andati a Salerno perché mi sentivo in dovere di ricambiare un favore a Lotito. Non facevo la Serie B da una decina di anni. Lì gettammo le basi per i successi futuri del club. C'erano la possibilità di rinnovare ma dissi che quello che dovevo fare l'avevo fatto. L'anno dopo sono riusciti a salire ed è merito di chi ha lavorato, ma credo che un po' di basi le abbiamo gettate noi".
"Piano piano si comincia a vedere l'entusiasmo in casa Lazio. C'è da aspettarsi qualcosa di estremamente divertente. I biancocelesti se la giocheranno con l'Atalanta per un posto in Champions. I presupposti ci sono tutti. Anderson e Immobile sono giocatori che tutti hanno. Per non parlare dei soliti Milinkovic e Luis Alberto. Credo che si possa fare qualcosa di importante. Il campionato ha dato le prime avvisaglie ma può succedere ancora di tutto. I primi segnali sono incoraggianti. All'inizio con Sarri non avevo grandi certezze. Dopo Inzaghi cambio epocale, ma è stato bravo il tecnico e i giocatori a rendersi disponibili. La società è sempre stata brava a preservare i suoi valori. Sono stato molto vicino ad allenare la Lazio, ma ho fatto una scelta sbagliata. Più o meno prima di che venisse promosso Inzaghi. Ma la Nazionale era più stimolante. Il bivio era tra i biancocelesti e gli azzurri".
"Prendemmo Immobile dal Genoa dopo che in campionato fece cinque goal. Oltre ad essere un grande professionista è un ragazzo serio con grande voglia di migliorarsi sempre. Capimmo presto che era meglio farlo giocare in profondità. Lì divenne capocannoniere del Torino. Una cosa abbastanza rara. L'ultimo granata a riuscirci prima di lui fu Pulici. Eravamo ancora tutti bambini all'epoca. Belotti è venuto solo dopo. Si vedevano le sue qualità. Dopodiché scelse il Borussia Dortmund e poi il Siviglia, ma non andò bene. Poi ci ha riprovato con il Torino e in fine è arrivata la Lazio. Hanno fatto le fortune l'uno dell'altra".
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