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Pedro, Immobile e Felipe Anderson
In vista della sfida che si consumerà domenica pomeriggio, alle 18:00, tra i biancocelesti e i rossoneri, i microfoni della Gazzetta dello Sport hanno scambiato alcune parole con il doppio ex Diego Fuser. Il quale ha dichiarato di avere il cuore diviso ma ha anche ammesso che come si è divertito nella Capitale, non è riuscito a divertirsi da nessun'altra parte. Nemmeno a Milano, lì contava solo vincere. Ecco il suo ricordo:
"Ho passato sei anni a Roma, periodo nel quale ho giocato in una squadra fortissima. Zeman è stato un grande, quando mi chiedono di lui lo ricordo sempre per il suo lato umano. Nella quotidianità non era quel sergente di ferro che poteva sembrava. Lui è un buono. Ne abbiamo passate così tante insieme che potrei scrivere un libro. Ricordo quando una volta a Formello aveva iniziato a piovere a dirotto. Nel centro sportivo ci stavano alcuni tifosi temerari che nonostante il meteo ci aspettavano per gli autografi. Uno di loro aveva un cappellino a forma di ombrello, così il mister glielo chiese in prestito. Fu bellissimo. Prima di iniziare la seduta chiesi a Zeman se davvero voleva allenarci così. Non esitò un secondo e se lo mise in testa. Mentre tra i rossoneri si scherzava meno, l'importante era vincere. Una cultura come quella non l'ho mai più rivista. Così come non ho più visto uno come Gascoigne. Il più matto mai visto in carriera. Anche su di lui potrei scrivere un libro".
Prima di salutare, l'ex calciatore ha anche rilasciato dei commenti sulla Lazio di questo campionato: "Uno con i goal di Immobile non va discusso. Ha vinto la Scarpa d'Oro, l'Europeo ed è stato tre volte capocannoniere in Serie A. Anche Mancini ha avuto un periodo come il suo in Nazionale: con la Sampdoria era un calciatore e in azzurro un altro. Può succedere. Ciononostante, Ciro resta un bomber di livello. Sarri mi stuzzica molto. Lo trovo preparato e meticoloso. Amo le persone con il suo modo di fare. Credo che con lui Felipe Anderson farà bene".
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