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Marco Parolo in gol contro il Bayern Monaco
La Lazio esce a testa alta dalla Champions, battuta 2-1 dal Bayern Monaco all’Alianz Arena nel ritorno degli ottavi della competizione più prestigiosa per club. Se si temeva l’imbarcata e una partita giocata senza onore sicuramente si può essere soddisfatti. D’altro canto era utopistico pensare di pervenire ad un risultato positivo in casa della squadra più forte al mondo, ancor di più ribaltare il punteggio dell’andata. E dunque questo 2-1 deve essere visto come una mezza vittoria. La qualificazione è stata compromessa nel primo tempo della gara d’andata, dove la Lazio non è stata all’altezza del Bayern. Nei restanti tre tempi di gioco il Bayern è stato superiore sì, ma non da sembrare mostruoso. Certo, le attenuanti sono tante. Cioè per prima cosa bisogna considerare la qualificazione archiviata in 45’ se non in 30’ e dunque il Bayern che ha giocato in modalità “divano e pantofole”, gestendo molto e non accelerando, diciamo un Bayern al 30% o poco più. Ma resta comunque una piccola soddisfazione, come quella della rete segnata da Paroloe un finale in forcing, con i biancocelesti spinti dall’orgoglio e addirittura vicini al clamoroso pareggio. Un bel modo di uscire in una Champions che dopo venti anni ha visto la Lazio protagonista. I record, in questa città, lasciamoli ad altri.
In due partite si sono incassati 6 gol e se ne sono fatti 2 contro i campioni di tutti: contando che spesso il Bayern ha fatto male in una singola partita alla Lazio tutto sommato non è andata malissimo. Tra l’altro nel conto ci sono da mettere anche degli arbitraggi al limite della legalità: rigore non dato all’andata su Milinkovic, rigore molto generoso concesso ieri sera ai bavaresi. La Lazio è sembrata stretta, compatta, sapeva chiudersi a riccio davanti a Reina, contenendo bene l’ondata tedesca. Una maniera di difendere da prendere in considerazione anche per il campionato, dove spesso vengono commessi dei disastri.
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