Dovrebbe essere la casa della Lazio, almeno nell’ideale collettivo dei tifosi biancocelesti. Ma difficilmente lo stadio Flaminio potrà mai tornare a esserlo. Nonostante la volontà, almeno a parole, del presidente Lotito di impegnarsi sul tema, a oggi non c’è ancora nulla di concreto. Lo ha ribadito alla Gazzetta dello Sport l’assessore ai Grandi Eventi, Sport e Turismo, Alessandro Onorato. “Noi saremmo ben contenti di ricevere una proposta concreta da parte del club per riportare lo stadio Flaminio alla sua vocazione naturale. Questa proposta, però, fino a questo momento non è mai arrivata da parte dei biancocelesti. Noi abbiamo ritenuto che non fosse opportuno utilizzare i fondi pubblici per il Flaminio. Pensiamo che in questo caso debbano essere gli investitori a fare la loro parte. Non ci sembra giusto usare i soldi pubblici per fare, per esempio, lo stadio dellaLazio”.
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Flaminio, qualcosa si muove ma non per la Lazio. Onorato: “Zero proposte”
Non saranno utilizzati fondi pubblici né europei per lo stadio, a differenza di quanto accadrà a Firenze. I biancocelesti esclusi dal progetto
Eppure, un’altra struttura a firma Nervi - un altro stadio di una squadra di Serie A - sembra destinato a ricevere questi fondi pubblici. Il Franchi di Firenze riceverà 95 milioni di euro “per la riqualificazione sulla base del valore storico-architettonico dell’opera e della sua importanza per il patrimonio culturale del Paese”, scrive la Gazzetta. L’operazione si situa proprio all’interno del Piano di Ripresa e Resilienza che invece non riguarderà il Flaminio. Così come non arriveranno i fondi europei, “18,5 milioni di euro che spettano a Roma per la costruzione e la riedificazione di impianti utili a far crescere l’offerta sportiva”. Questione di scelte politiche, ma anche problemi di natura archeologica oltre ai noti vincoli che limitano i lavori al Flaminio. Ma quale sarà allora il destino dello stadio?
Stando sempre alla Gazzetta, torna di moda un vecchio progetto. Un piano di riqualificazione di tutta l’area vecchio di tre-quattro anni con protagonisti la Cassa depositi e prestiti e il Credito sportivo. Si tratta di un progetto di circa 80 milioni che si basa sul piano di conservazione messo a punto da La Sapienza con la fondazione Getty. I primi passi ufficiali potrebbero arrivare già in estate, come confermato da Onorato: “Roma Capitale non può permettersi di lasciare il Flaminio in questo stato di abbandono, spendendo pure fior di quattrini per la guardiania”. Lo stadio Flaminio viaggia quindi verso una nuova vita che, però, difficilmente vedrà la Lazio farne parte.
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