Lazio, i fischi trasformati in applausi. Patric giura: “Sono un laziale in più”

Applausi alla lettura delle formazioni, grida di approvazione a ogni entra decisa. La partita di Patric è stata un connubio con la Curva Nord che ora vede nello spagnolo una certezza quasi impensabile. Un sentimento mai sbocciato quello tra la tifoseria e Patric che, arrivato nel 2015, non aveva mai convinto. Giocate sbagliate, tentativi di dribbling in zone improbabili del campo e letture difensive quasi sempre fuori tempo. Un fischio continuo e una separazione che sembrava inevitabile. Il destino, specialmente nel calcio, è a volte stupendo: Patric rimane in biancoceleste e sulla panchina della Lazio arriva Sarri che in lui vede subito dell'enorme potenziale. Senza fretta decide di lavorare sul classe '93, cancella la superficialità dalla sua testa, impartendogli la concretezza. Nell'estate Sarri stesso spinge per il suo rinnovo e chiude qualsiasi tipo di discorso si stesse imbastendo con il Valencia.

Ora, nonostante l'acquisto di un difensore dall'estrema affidabilità come Casale, Patric dal campo non ha alcuna intenzione di uscire. Insieme con Romagnoli compone la difesa meno battuta dell'intera Serie A e l'atteggiamento in campo è quello di un ragazzo finalmente maturo e consapevole. Alle qualità mostrate in continuo crescendo si aggiunge una lazialità importante, quella mai in discussione. Ribadisce il suo amore ieri, dopo essersi presentato nella mixed zone un po' acciaccato per una botta al ginocchio ma per la quale ha rassicurato tutti. "Io sono un laziale in più, è giusto che i tifosi ti fischino se vai male come, se vai bene, sono giusti gli applausi. Io sono contento". Quella di Patric è forse la storia biancoceleste più bella di tutti: un giocatore che sembrava solo tra i suoi fischi con lavoro e dedizione ora esce tra gli applausi.