“Sulla reazione caratteriale non avevo dubbi: rientra nelle nostre caratteristiche. Sarò soddisfatto quando vedrò continuità nelle prestazioni e nel vedere la giusta applicazione, come ho visto stasera. Quella di oggi è una bella prestazione, tosta e solida e di grande livello di applicazione. Abbiamo concesso quasi nulla a una squadra importante come la Fiorentina, che al momento è di grandissima qualità. E durante la gara abbiamo anche fatto vedere a tratti buone doti di palleggio.
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Sarri: “Miglior gara dell’anno. Non ancora una grande squadra perché…”
Luis Alberto? Gli ultimi tre allenamenti sono stati straordinari, per stasera non avevo dubbi. Il dubbio era per Milinkovic, che poteva aver bisogno di riposo. Ma giocando contro una squadra più di palleggio ho preferito avere un centrocampo più tecnico.
Squadra convalescente? Non è vero: abbiamo stravolto il modo di giocare e abbiamo gli stessi punti dello scorso anno, mi sembra tanta roba. Gli alti e bassi sono una caratteristica di questa squadra da dopo il lockdown di un anno e mezzo fa. Abbiamo guardato ogni grafico da quel momento: c’è una serie di partite al 93-94% di efficienza tecnica, è un livello da ottavi-quarti di Champions. In altre partite caliamo all’86-87%, percentuali da Serie C.
Questi down ci sono sempre contro squadre meno blasonate, dopo partite contro squadre più importanti. Alla squadra mancano capacità di recupero delle energie nervose o, forse, c’è stata presunzione di essere una grande squadra. Per diventarlo davvero serve ancora tanto lavoro e tanta fatica. Una squadra che negli ultimi 7-8 anni fa una volta sola la Champions non può essere grande. Facciamo fatica a vincere ma ci basta poco per perdere: dobbiamo lavorare su questo. Roma è una piazza in cui basta poco per esaltarsi, ma io in carriera di fenomeni ne ho visti pochi.
Il calcio non è la PlayStation: io do linee guida, ma poi sta ai calciatori mettere in campo l’estro. Stasera il centrocampo ha mostrato che con questo livello di applicazione e attenzione può giocare insieme, avevano voglia di farlo vedere. Poi i momenti di transizione sono normali: stiamo cambiando stile di gioco e c’è bisogno di pensare. Può capitare di essere in ritardo nel giocare perché si pensa troppo. Le qualità individuali però devono venire fuori sempre”.
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