Risultato prevedibile? Forse sì. Una partita che è stata praticamente la fotocopiadel match di andata: un momentaneo ed effimero vantaggio ribaltato da due gol dell'AZ che hanno spento in pochi minuti l'entusiasmo del popolo laziale. Ci hanno pensato Karlsson e Pavlidis a chiudere il discorso.
news
La Lazio si ferma e non sfata il tabù: unica italiana ‘bocciata’
C'era troppa poca Lazio nella Lazio di ieri sera per sperare nel miracolo. E così riemergono i soliti 'mostri' del passato. I biancocelesti salutano la Conference league quasi con un po' di sollievo. I tanti impegni ravvicinati non sono nelle corde di Sarri: è la seconda stagione che il mister dichiara di non riuscire a lavorare bene con tutti questi impegni ravvicinati. D'altronde le sue parole nel post partita sono state chiare: "Non siamo pronti strutturalmente per tre competizioni, ci manca tutto".
La Lazio arriva al derby con un altro deja-vu. Il 3 novembre scorso i biancocelesti -a tre giorni dalla stracittadina- viene squalificata in maniera rocambolesca dall'Europa League (in un girone che sulla carta sembrava alla portata). Una stagione che parla di doppia eliminazione da due tornei europei e dalla Coppa Italia. La Lazio ha dei limiti oggettivi: i fatti parlano da soli. Necessari a questo punto dei ragionamenti per il futuro. I nuovi innesti non hanno portato al salto di qualità. La Lazio si ritrova con: Maximiano usato col contagocce dopo il pasticcio della prima giornata di campionato, Marcos Antonio quasi invisibile, Gila più in panchina che in campo e Cancellieri che non ha trovato ancora la sua identità. Delle semplici riserve che Sarri decide di chiamare in causa solo in casi di emergenza. Chiaramente con questi presupposti e senza seconde linee diventa difficile parlare di piazzamento Champions.
© RIPRODUZIONE RISERVATA