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Favalli: “La Lazio la parte più importante della carriera, per sempre tifoso”

redazionecittaceleste

Dopo lo scudetto arriva anche il record di presenze: Giuseppe Favalli entra nella storia superando Pino Wilson.

"Una cosa che mi ha reso orgoglioso. Come dicevo prima, sono arrivato alla Lazio a 20 anni, da bambino, e sono andato via da uomo. L'estate del 2004, con il contratto che mi scadeva, presi la decisioni di andare via. Per me era la fine di un ciclo: da una parte c'era la soddisfazione e la consapevolezza di aver fatto il massimo con la Lazio, dall'altra il dispiacere di lasciare casa mia. Però dopo dodici anni era arrivato il momento di tentare nuove avventure".

Quale è stato il suo rapporto con Mancini?

"Molto buono. Ha sempre avuto una marcia in più. Quando arrivò alla Lazio da calciatore ci permise di fare quel passo in avanti decisivo. Portò la sua esperienza e la mentalità vincente che ci mancava. E anche da allenatore ha fatto benissimo".

A proposito di tecnici. Con chi si è trovato meglio?

"Posso solo parlare bene di tutti. Zoff è stato l'allenatore che mi ha aiutato a inserirmi in un grande club come la Lazio. Senza di lui non ce l'avrei mai fatta ad ambientarmi così in fretta. Zeman per me è stato un maestro. Mi ha insegnato tanto: i movimenti senza palla, gli inserimenti, un modo diverso di giocare. Eriksson è stato un signore e un grande allenatore, molto sottovalutato: bravo tecnicamente e intelligente a capire ogni momento della partita. Zaccheroni non ha avuto fortuna, è arrivato in un momento complicato, ma io con lui mi sono trovato benissimo: mi ha riportato al centro della difesa, allungandomi la carriera. E poi Mancini, il più simile a Eriksson".