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Lazio, partenza sprint poi che fatica! Ma basta Pedro per domare il Cagliari

Lazio-Cagliari
Partenza sprint dei biancocelesti che poi pagano timore e stanchezza europea senza sfruttare la superiorità numerica. Ma per ora tanto basta
Michele Cerrotta

Ancora risuona l’imperativo di Sarri nella testa dei giocatori: “Le risposte me le aspetto contro il Cagliari” aveva detto il tecnico dopo la gara con il Celtic. E la Lazio risponde subito presente all’Olimpico: entra in campo aggressiva, determinata a togliere spazio e fiducia alla squadra di Ranieri. L’approccio è quello giusto, lo dimostra subito la squadra insistendo soprattutto su quella fascia destra che tanta fortunata aveva portato negli scorsi anni. È il momento di Lazzari e all’8’ lo dimostra subito: palla rubata ad Hatzidiakos dentro l’area di rigore sarda e assist dentro per Pedro che con un inserimento degno del miglior numero 9 buca Scuffet e porta avanti la Lazio. I biancocelesti prendono ancora più fiducia, Hatzidiakos perde certezze e viene beffato da Isaksen: steso il danese, giallo per l’ex AZ. Sulla punizione Luis Alberto impegna Scuffet, bravo e attento nel respingere il pallone.

Ci prova Lapadula a svegliare il Cagliari, colpendo di testa al 19’ dal centro dell'area, ma il pallone finisce a lato. Cinque minuti dopo bella azione del tridente offensivo: Immobile per Isaksen, ancora per Ciro che gira a Pedro. Lo spagnolo calcia, ma è miracoloso Scuffet nel metterci la mano ed evitare il 2-0. Passano altri due minuti e Makoumbou stende Guendouzi involato verso la porta: l’arbitro fischia il fallo ed estrae il giallo tra le proteste biancocelesti. Serve l’intervento del Var, che richiama Dionisi al monitor, per estrarre il rosso che lascia il Cagliari in dieci. Sulla punizione si presenta Isaksen: la palla sfiora la traversa ed esce. Ranieri corre ai ripari con un doppio cambio: fuori Hatzidiakos e Lapadula, dentro Sulemana e Luvumbo. La Lazio prende ulteriormente campo, senza però riuscire a trovare il gol del 2-0: si va all’intervallo dopo tre minuti di recupero.

Un cambio per parte all’intervallo: Viola lascia spazio a Oristano nel Cagliari, mentre Sarri toglie Rovella - ancora non al meglio fisicamente - per Cataldi. Prova a inseguire un avversario Luis Alberto al 55’, ma il Mago si ferma subito e chiede il cambio alla panchina: entra Kamada, la speranza è che si sia fermato al primo fastidio. Ferma è anche la Lazio, che appare in calo di intensità e in cerca di gestione. Prova allora a suonare la carica Sarri al 70’: fuori Pedro e Immobile e dentro Felipe Anderson e Castellanos. E i segnali arrivano subito: Lazzari per Isaksen, che crossa bene in area. Felipe Anderson fa la sponda di testa per Castellanos, bravo a colpire in acrobazia, ma la palla finisce tra le braccia di Scuffet.

Ottimo il recupero di Kamada al 73’, che innesca il contropiede della Lazio: Castellanos apre per Isaksen che dà un ottimo pallone al Taty che, poco freddo sotto porta, guadagna solo un corner e un giallo per Nandez, direttamente dalla zona adibita al riscaldamento. Dici minuti più tardi fuori Goldaniga proprio per Nandez nel Cagliari e fuori Isaksen per Vecino nella Lazio, con Kamada che si alza a fare l’esterno e Felipe Anderson che torna a destra. All’88’ cambia ancora Ranieri, che inserisce Pavoletti per Prati andando ulteriormente offensivo. La Lazio ha spazi ma non li sfrutta, il Cagliari attacca e spaventa: prima serve un miracoloso Provedel sul colpo di testa di Pavoletti, poi l’imprecisione di Oristano su un alleggerimento troppo rischioso della difesa. Arriva il triplice fischio, arrivano i tre punti. Ma la Lazio esce comunque tra i fischi dell’Olimpico, che si aspettava forse qualcosa in più.

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