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Lazio, Fabiani: “Sarri, Tudor e il mercato: vi dico tutto. E Kamada, a oggi, resta”

Edoardo Pettinelli Redattore 
Intervenuto ai microfoni di Radiosei il direttore sportivo Angelo Fabiani ha detto la sua in merito alle situazioni di casa biancoceleste

Intervenuto ai microfoni di Radiosei il direttore sportivo della LazioAngelo Fabiani ha fatto il punto sulla situazione di casa biancoceleste e non solo. Tanti i temi toccati dal ds: dal settore giovanile alle situazione arbitrali che hanno visto protagonisti i biancocelesti passando per le figure mancanti in società. "Momento particolare, mancano queste due partite e dobbiamo fare il massimo in queste ultime due gare. Mettere punti è importanti per il futuro delle competizioni europei e per la classifica. Non saranno partite facili tra i festeggiamenti dell’Inter e un Sassuolo che è in bilico. Avete visto anche come il Verona, che lottava per la salvezza ci ha messo in difficoltà. O la Salernitana. Questo significa che a un certo punto della stagione le partite sono più equilibrate.

È stata una stagione particolare, siamo partiti col piede sbagliato. Da lì recuperare punti diventa difficile ma siamo riusciti a tenere botta. Poi l’addio di Sarri ci ha spiazzato, Maurizio ha avuto dei problemi familiari e quando alcune cose ti toccano da vicino viene meno un po’ di lucidità. E con estrema generosità nei confronti della Lazio mi ha detto: 'In questo momento non posso dare quello che vorrei per motivi personali'. Lo vorrei ringraziare per aver fatto un passo indietro, rinunciando allo stipendio, anche se la società ha voluto onorare il pagamento fino a fine stagione”.

Luis Alberto? Da quando Lotito mi ha comunicato di occuparmi della prima squadra ho comunicato che la prima cosa da fare era restituire un metodo. E la Lazio si deve riprendere la sua centralità: non c’è spazio per egoismi, protagonismi, personalismi. Luis Alberto è un giocatore importante, ha un contratto con la Lazio e ho sempre detto che al termine del campionato avremmo preso in esame le richieste e la società deciderà per il suo meglio.

Noi siamo al servizio della gente, dei tifosi, che fanno chilometri e sacrifici. Personalmente non tollero chi prova a prendersi gioco di queste persone che ruotano attorno a una società di calcio. Ha espresso la sua volontà, a fine campionato prenderemo in esame questa volontà e se non lede gli interessi della società faremo corso a ciò che viene fuori. Nelle altre ipotesi la società farà valere la propria autorevolezza. E questo vale per tutti: dal settore giovanile alla prima squadra. Al centro del progetto deve esserci la società.

A me non piace fare comparazioni con il futuro perché ognuno ha il suo modo di lavorare, chi mi ha preceduto ha fatto un buon lavoro: la differenza sta nella metodologia e nell'approccio di incanalare le cose di cui uno si occupa. Quando mi chiamò Lotito e mi chiese la cortesia di occuparmi della Primavera e della Women io entrai in punta di piedi perché prima serviva fare uno studio e poi interagire. Le prime 6/7 giornate di campionato si erano accumulati 9 punti di svantaggio e capii una cosa: non c'era la mentalità aziendale e c'era il brutto vizio di appropriarsi di una fettina di Lazio curando solo il proprio orticello. Capito questo ho sbattuto la Primavera fuori da Formello facendogli capire cosa significasse vestire la maglia della Lazio. Loro devono mettersi al servizio della Lazio, non il contrario. Di questo ha beneficiato tutto il settore giovanile.

Io venerdì ero a Ravenna, domenica c'era un appuntamento importante qui per la prima squadra ma non ho perso niente. Il messaggio è semplice. la società deve essere presente in ogni dove. Quest'anno abbiamo fatto circa 350 provini, purtroppo negli ultimi anni sono venuti fuori norme che penalizzano le società: tu fai crescere un giocatore che puoi può decidersi di svincolarsi autonomamente. Molti di questi ragazzi, spesso influenzati dai procuratori, preferiscono cambiare aria. E' vero però che ci sono bambini che si istituzionalizzano e decidono di rimanere. Avevamo in mente di prendere il centro sportivo della Borghesiana per dare spazio a questi ragazzi invece con il presidente Lotito si è deciso di ampliare lo spazio fuori Formello. Nel giro di un anno ci saranno 3 campi nuovi e tutto il settore giovanile avrà una casa a Formello.

La Lazio è la casa dei laziali: faremo campus e open-day che inizieranno al termine della stagione. A fine anno ci sarà una novità per quanto riguardo l'addetto stampa che arriverà dal mondo dello sport. Società troppo snella? Per quanto riguarda le figure societarie: sono 30 anno che faccio questo mestiere, ho vinto 14 campionati e la struttura quanto è più snella più funziona. Chi sa che in altre società un accavallamento di figure non sia stato un male. Il ds nel corso degli anni si occupa sempre di più cose: io lavoro h24. La Lazio ha degli ottimi collaboratori che sanno stare al proprio posto e che hanno capito che il ruolo che loro devono assolvere deve essere di predisposizione verso la società. Per mettere delle figure funzionali bisogna capire anche i loro caratteri. Davanti ai microfoni ci sono andato.

Figure per difendere meglio la Lazio? La Lazio sa difendersi da solo: io no 'permetterò mai che qualcuno possa prendersi gioco dei sentimenti dei laziali e della società. Arbitri? Quest'anno ci sono stati episodi penalizzanti ma che hanno a volte anche favorito: una società come la Lazio no può ridursi agli episodi arbitrali. Noi dirigenti a volte per camuffare i propri successi cercano qualcosa a cui attaccarsi: bisogna essere sempre obiettivi, a creare alibi ci vuole poco. Queste cose accadono a tutte le squadre. Se alla Lazio mancano punti in classifica è per demeriti della Lazio, non degli arbitri: per vincere contro una squadra retrocessa non serve portarsi l'arbitro. Non me la sento di dire che ci mancano 6/7 punti per colpa degli arbitri.

Con Tudor i rapporti sono ottimi, come sono sempre stati con tutti gli allenatori che qualche volta ho anche dovuto sollevare dall’incarico. Quella di Tudor è stata una scelta condivisa col presidente, lo seguivamo già ai tempi del Verona: durante l’anno si seguono anche gli allenatori. La tegola di Maurizio ci ha colti di sorpresa e non ci consentiva di non prendere un allenatore con un contratto pluriennale perché sarebbe venuto meno il presupposto di costruzione e individuazione di giocatori funzionali al gioco del nuovo allenatore. Le caratteristiche richiesta da Sarri erano di un certo tipo, oggi andiamo incontro a situazioni diverse e stiamo vedendo profili di calciatori che si addicono al nuovo gioco. Sento, però, dire che Tudor a fine anno potrebbe non essere confermato, sento parlare di Allegri. Ma con Tudor a fine anno parleremo della squadra del futuro.

E aggiungo che i cicli sono fatti per finire, si aprono e si chiudono. Quello della Lazio si è chiuso con l’addio di Sarri e se ne sta aprendo un altro per costruire una squadra di giovani calciatori che hanno già esperienza internazionale. Nel mio calcio non è contemplato prendere trentenni o trentaduenni, salvo rare eccezioni. Quello che intendiamo fare è costruire una squadra di ragazzi giovani e importanti, che possano dare un futuro straordinario alla Lazio. Amo definire il Feyenoord un modello su cui rifarsi, o anche lo stesso Leverkusen. La Lazio deve fare esattamente questo. Dopo 25-30 anni di questo mestiere mi sono maturate conoscenze per il mondo: prendiamo Mandas. Me lo segnala un collaboratore italiano trapiantato in Grecia, Lorenzo Delli Santi. È Mandas sta dimostrando di essere un buon profilo, anche se dovrà ancora fare strada.

Per quanto riguarda l’area scouting, ci sono tre-quattro persone come base. Abbiamo visionato e relazionato 1500 calciatori, poi a un certo punto abbiamo dovuto virare su qualcosa di diverso. Abbiamo le idee abbastanza chiare, poi da qui a prendere un giocatore ce ne passa perché bisogna mettere d’accordo tante piccole società. Kamada? Ha il destino nelle sue mani, dagli ultimi colloqui mi risulta che oggi sia ben felice di rimanere alla Lazio. Oggi, per quanto mi dice uno dei suoi agenti, resta al 100%. Se domani sopraggiungono situazioni diverse la Lazio può fare poco. Immobile? Ha un contratto di due anni, è il capitano della Lazio. La vita della punta ha alti e bassi ma discutere Immobile mi sembra eccessivo. Guendouzi è di proprietà della Lazio. Con Tudor? Non c’è stato bisogno di cene. Alcuni giocatori vogliono sempre stare in campo, il francese è un purosangue da questo punto di vista ma poi tutto si chiude lì. Prima di prendere Tudor pensate che la società non si sia mossa per capire le situazioni?

Felipe Anderson? Tipologia di giocatore che difficilmente si trova. Gli è nata la bimba e ha ritenuto opportuno far crescere sua figlia in Brasile. Accettando il contratto del Palmeiras ha rinunciato a diversi milioni, è un ragazzo straordinario. Rovella? CI abbiamo investito, è un ragazzo di cui si sentirà parlare. Non tarderà la chiamata in Nazionale. Ha avuto un problema di pubalgia, che compare all’improvviso. Ci sono stati tempi lunghi, poi tornare in campo non è facile ma è entrato già domenica e mi auguro dia un contributo importante. È un elemento che percorre 14 chilometri a partita quando la media si attesta intorno ai 12.

Provedel e Mandas? Provedel è il numero uno indiscusso, ha fatto cose straordinarie. Su Mandas abbiamo investito in quanto giovane. Servono due portieri affidabili come avete visto quest’anno. Pertanto credo che rimarranno entrambi alla Lazio per il prossimo anno. Poi se arrivano certe offerte cambia il discorso. Castellanos? I giocatori non vanno valutati solo per i numeri ma anche per l’utilità che danno alla squadra. Non è facile mettersi dietro a calciatori come Immobile, senza dimenticare che si tratta del primo anno. Bisogna dare tempo a questi ragazzi di ambientarsi, lo stesso discorso vale per Isaksen che è stato anche convocato per gli Europei.

Io sono abituato a non illudere nessuno, se si dovesse presentare l’occasione di chiudere un grande colpo però non ce la faremmo sfuggire. Bisogna poi capire anche chi è il nome e tante altre cose. Se dovesse esserci un calciatore importante, di nome, sicuramente non ce lo faremmo sfuggire. Io lavoro con Lotito da dieci anni, non si è mai intromesso in scelte di mercato e ha speso ben più di 30 milioni. Gli insuccessi tecnici spesso sono da imputare al direttore, all’allenatore e a chi si occupa di calcio”.


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