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Lazio, Fabiani: “Cinque gol? Non siamo contenti. La decisione su Baroni è chiara”
Torna a parlare il direttore sportivo della Lazio. Dopo l'intervista rilasciata al Messaggero,Angelo Fabiani è intervenuto per ribadire alcuni concetti e chiarirne altri ai microfoni di Radioradio. Queste le sue parole: “C’è poco da chiarire della mia intervista. Se tra le righe ci si lascia andare a qualche interpretazione sulla stabilità di Baroni dico subito che non è in discussione. Marco fa parte di quel progetto iniziato un anno fa e che non può finire in sei o sette mesi. Probabilmente mi sono espresso male, non lo so. Ma a scanso di equivoci dico che la posizione del mister non è minimamente in discussione. Ma certamente prendere cinque gol come abbiamo fatto lascia l’amaro in bocca ed è giusto che un dirigente e la società facciano sentire la propria voce e il proprio stato d’animo augurandosi che questi episodi non accadano più. Si può perdere, ma il 5-0 ha lasciato amaro in bocca a tutti. Ci dobbiamo rimboccare le maniche senza dimenticare quanto di buono fatto fin qui.
Ora abbiamo partite chiave da affrontate col massimo impegno e la massima professionalità, evitando queste battute d’arresto che ci possono stare ma che lasciano amaro in bocca con un risultato così pesante. Nel calcio fare previsioni significa essere smentiti. Stiamo facendo un buon lavoro, stiamo costruendo un buon percorso. Dove porterà lo sa solo Dio. Certamente abbiamo fatto cose egregie, ma non mi accontento. Nella vita in generale, così come nel calcio, ne faccio una questione di mentalità vincente. Con quella ti può togliere soddisfazioni. Accontentarsi non va bene, non mi piace come termine. A fine campionato vedremo poi cosa saremo stati capaci di fare. Ci siamo tolti soddisfazioni, non mi sono esaltato per certe vittorie ma non mi abbatto dopo certe sconfitte.
Io non credo a un uomo solo al comando, ma che i risultati si ottengano con un gioco di squadra. Forse errori sono stati fatti, ma chi deve prendere decisioni e affrontare determinate questioni corre il rischio di sbagliare. Ora non penso a uno in particolare, ma sicuramente di errori ne abbiamo commessi. Ma abbiamo anche avuto come società e gruppo di lavoro col mister il coraggio del cambiamento, di fare un salto nel vuoto. E i fatti a oggi ci dicono che abbiamo intrapreso una strada, vediamo dove ci porta. Abbiamo preso molti gol, non siamo da Oscar per gol subiti. Ma è altrettanto vero che siamo credo la terza forza del campionato per gol fatti. Alla fine tutto si compensa. Ma è questione di pertinenza del tecnico, lui deve cercare come migliorare la situazione dei gol subiti. Guai a fare un’invasione di campo, a influenzare il tecnico.
Marco Baroni non è per me una scoperta o una sorpresa, lo conosco da tantissimi anni. E confido a tutti quanti voi che la prima partita tra i professionisti gliela feci prendere ad Ancona io. Conosco uomo e professionista, cerca sempre la perfezione. Non era facile quest’anno dopo determinati addii ripartire e dare subito un senso di stabilità. Lui ci è riuscito, siamo ai quarti di Europa League e non era preventivabile da parte mia. Siamo da inizio campionato intorno al quarto posto, poi bisogna aspettare anche il ritorno delle grandi in difficoltà. Il campionato oggi si è livellato, ogni squadra può togliere punti pesanti. C’è moderata soddisfazione, ma ripeto: noi cerchiamo mentalità vincente, non del modulo o di situazioni varie che fanno discutere nei salotti. A me interessa la mentalità, che forse a Bologna è venuta meno ma non certo per colpa del tecnico. Sarò ancora più soddisfatto quando la Lazio potrà andare a Milano e Torino a giocarsela alla pari, questo significherà che la Lazio ha raggiunto la giusta mentalità.
Io non mi sono mai illuso di nulla, credo che tutto l’ambiente Lazio non l’abbia fatto. Ho detto che non ci siamo esaltati con i risultati straordinari e non dobbiamo abbatterci adesso che veniamo dalla sconfitta di Bologna. Ciò che conta è dare seguito al progetto e acquisire sempre più una mentalità vincente. Non contano i nomi in rosa, a volta non ci si fa nulla. Conta avere gente affamata, che vuole arrivare, che deve dare ancora qualcosa a livello calcistico. Faccio molto affidamento sulla rabbia e sulla voglia di arrivare dei giovani, il futuro è loro e confido molto in loro e che la Lazio potrà fare qualcosa di buono nei prossimi anni. Credo che la strada sia quella giusta. Non ci sono squadre imbattibili anche se imbottite di nomi altisonanti, non sempre chi prende 3 milioni vale più di chi prende 500mila euro. Le differenze le fanno sempre le motivazioni.
Fino a gennaio il gruppo si era ben comportato, facendo ottime cose. Non abbiamo voluto inserire elementi che potessero alterare determinati equilibri. E in linea con il nostro percorso abbiamo preso dei giovani secondo me di straordinario futuro. Di Provstgaard nei prossimi anni sentirete parlare in termini importanti. Belahyane ha un possesso del pallone e una tecnica importante, è un 2004. Abbiamo inserito due o tre elementi giovani da coltivare e far venire fuori, come fatto con Rovella e tanti altri presi lo scorso anno. L’importante era preservare la tranquillità del gruppo, ci vuole poco ad alterare determinati equilibri. A noi non serviva perché ci siamo resi conto che la macchina era funzionante.
Ora non c’è pessimismo, al contrario di quanto sentivo sul fatto che la Lazio avrebbe fatto scelte tra campionato e coppa. Abbiamo lottato anche per la Coppa Italia ed è andata male, ma vogliamo far bene su ogni fronte. È evidente che più si va avanti e più vengono meno le energie, alla ripresa abbiamo tre-quattro partite niente male. A Bodo, con cinque ore di volo, ci giochiamo l’eventuale semifinale di Europa League e poi c’è il derby. Siamo su ogni fronte provando a dare il massimo e a onorare tutte le competizioni. Poi dove arriviamo non so e non posso dirlo o prevederlo. Ma posso dire che dobbiamo andare in campo dando il massimo mentalmente e fisicamente. Non sarà facile, perché il calendario è infame e ci riserva queste partite ravvicinate. La Roma aveva un ritardo notevole che mi meravigliava, l’Atalanta è una squadra consolidata con Gasperini che fa quasi da padrona nel panorama calcistico italiano. Avremo partite difficili una dietro l’altra, speriamo di avere la forza nelle gambe e nella testa.
La Roma? Mi sono meravigliato del ritardo, ora sta conseguendo risultati importanti perché ha in organico ottimi giocatori. Non ci vedo nulla di particolare: hanno trovato un tecnico che ha ristabilito gli equilibri e ora hanno accorciato. Ma noi daremo filo da torcere anche sotto questo punto di vista, proveremo a preservare questo vantaggio. Poi tutto può accadere. Tavares? Ogni nazionale vuole il calciatore in ritiro, per far valutare ai propri medici le situazioni del caso. L’esame fatto a Tavares ha dimostrato una piccola sofferenza, stasera farà rientro a Roma. Voleva esserci a Bologna, ma nel riscaldamento ha avvertito questo fastidio. Nulla di particolare. Aspettiamo anche sul discorso di Zaccagni, che aveva qualche problema. Ma noi siamo obbligati in partite ufficiali a mandare i giocatori in nazionale.
Castellanos credo che ne avrà per 10-15 giorni, ma contiamo di recuperarlo prima. Pellegrini reintegrato? Ognuno nella Lazio ha il suo reparto, lì sta al tecnico decidere. Marco ha deciso la lista, informandoci ovviamente. Ma è lui a dover gestire gli equilibri. Ora non so cosa ha in mente, se vorrà modificare la lista ce lo dirà. Ma non siamo noi come società ad alterare gli equilibri che deve gestire un allenatore. Belahyane fuori in Europa? Provo a interpretare il pensiero di Baroni, penso abbia voluto premiare chi aveva ben figurato precedentemente in Europa.
Noslin, Dia e Tchaouna? Ci credo fortemente, alcuni purtroppo hanno avuto poco spazio per mettersi in evidenza ma parliamo di giovani promesse, ci credo fermamente e sono convinto che verranno fuori. Noslin è al primo anno qui, come Tchaouna: giocare alla Lazio è diverso. Ma non significa che non siano giocatori che potranno diventare importanti. Rovella? Ci fa piacere per lui come per Zaccagni: vestire la maglia Azzurra penso sia un sogno per tutti. Speriamo tornino con le stesse motivazioni precedenti, e che ritornino ovviamente sani. Siamo di fronte a due ottimi professionisti che meritano l’attenzione di Spalletti”.
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