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Lazio, Fabiani: “Cataldi? Ecco la verità. Con Ciro ci sentiamo, ai tifosi dico…”

Fabiani
Le dichiarazioni di Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio, al termine delle conferenze stampa di presentazione di Dia e Gigot
Stefania Palminteri Redattore 

Prende la parola anche Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio, al termine delle conferenze stampa di presentazione di Dia Gigot. Di seguito, l'intervento in sala stampa del dirigente biancoceleste a Formello.

Un commento sulla situazione Provedel?

"Come dico sempre, esistono due tipi di calcio. Quello sul rettangolo di gioco e quello mediatico. Ora, bisogna decidere a quale dei due andare dietro. Io devo necessariamente andare dietro la logica del rettangolo di gioco".

Su Cataldi...

"E' una situazione nata negli ultimi giorni di mercato. Non sapevo neanche quale fosse la squadra interessata a lui. Gli abbiamo detto che se voleva andare, poteva farlo. Dopo mezz'ora sono arrivati i documenti da parte della Fiorentina. Io mi sarei comportato diversamente, forse dall'altra parte si è dato per scontato qualcosa. E' vero che nell'ultimo mese mi sono confrontato con Danilo a quattr'occhi, per rispetto del ragazzo è giusto che quel colloquio rimanga privato. Lui è in prestito, è ancora di proprietà della Lazio. Non è stato rimpiazzato, per Folorunsho non ci sono state le condizioni. Il Napoli ha preferito tenerlo, lo avevamo chiesto in prestito con diritto di riscatto. Comunque non ragioniamo da sprovveduti, a gennaio se si sono fatti errori si potrà porre rimedio. Io parlo con tutti, sia giocatori, magazzinieri, che Baroni. Sono io il responsabile dell'area tecnica. Ho detto mille volte grazie a Immobile e Luis Alberto, tutti quelli che hanno fatto la storia della Lazio. Purtroppo i cicli si aprono e si chiudono, oggi stiamo parlando di qualcosa di diverso. Sono arrivato nel momento sbagliato, ovvero quello della chiusura di un ciclo. Al netto delle critiche, che per me sono costruttive, state vicino a questi ragazzi e dategli il tempo anche di sbagliare. Sono convinto che a stretto giro ci toglieranno delle soddisfazioni".

Si è andati troppo oltre nel voltare pagina?

"Inizialmente ero entrato nella Lazio per occuparmi di altro, poi mi sono ritrovato a lavorare sulla prima squadra. Da fuori notavo che si stesse concludendo un ciclo. La prima cosa che dissi al presidente era proprio questa, che saremmo andati incontro a una chiusura di un ciclo. Sono stati due anni intensi. Insieme ai miei collaboratori siamo stati sempre a Formello a lavorare, sapevamo a cosa andavamo incontro. Bisogna dare il tempo a questi ragazzi di ambientarsi e di vivere l'equilibrio, la società e il gruppo. Bisogna costruire l'alchimia. Quando si vince è per questo, vuol dire che c'è un'atmosfera giusta nello spogliatoio. Voglio spendere due parole su Immobile. Lui tre giorni prima della partenza per il ritiro non sapeva che sarebbe andato via, mi aveva detto che avrebbe segnato venti gol. Probabilmente Ciro ha ritenuto opportuno, legittimamente, fare un'esperienza e cambiare aria. Nessuno di noi lo ha ostacolato, anzi lo abbiamo favorito".

Come nasce la scelta di tagliare Castrovilli? E il giocatore che vale dieci volte Greenwood...

"Non è cambiato nulla, durante il calciomercato le bandiere vanno. Alcune operazioni riescono, altre no. Su Dia posso dire che era una prima scelta, Greenwood lo abbiamo trattato anche lo scorso anno. Probabilmente non era nell'interesse dell'entourage di Greenwood venire alla Lazio, anche se avevamo offerto oltre 24 milioni di euro. Su Castrovilli ci sono state valutazioni insieme al tecnico. Ad esempio, Pedro, che è un uomo spogliatoio, è un faro per la crescita dei ragazzi. Sapevamo che Gaetano veniva da un paio di stagioni tribolate, lo abbiamo valutato bene insieme allo staff tecnico, troverà il suo spazio. Si è deciso di utilizzarlo al meglio in campionato, poi si farà un'altra valutazione a gennaio. Il giocatore ha accettato senza problemi la decisione".

Per Akpa e Basic ci sono novità? E cosa di va più fiero da quando è alla Lazio?

"Ogni dirigente ha il suo metodo. A me non piace mandare in prestito un giocatore e pagare lo stipendio. L'intervista di Basic mi ha lasciato basito, scusate il gioco di parole. Lui sa come funziona qui alla Lazio. Quando le squadre vogliono un giocatore, devono pagare lo stipendio. Questo sistema che oggi è un funzione nelle altre società, con me non passa. E' una questione di rispetto, non è possibile. Di errori ne ho fatti tanti, solamente chi lavora ne commette. L'importante è che la critica sia costruttiva. Di cosa vado fiero? Di nulla. Vengo pagato per fare il mio mestiere".

Negli ultimi anni la Lazio non ha fatto molto sul mercato a gennaio, questo cambierà? E sulle parole di Cataldi...

"A Danilo va tutto il mio affetto, ho detto come stanno le cose. Le sue parole in conferenza le ho sentite: la vicenda Cataldi è andata esattamente come ho raccontato prima. Con lui ho avuto un colloquio molto franco, posso dire solo questo. La firma sul contratto l'ha messa lui, non io. Ma non si dica che la Lazio ha sbagliato qualche passaggio, non è così. La categoria dei calciatori è quella più tutelata in assoluto, nessun altro lavoratore è tutelato così. Non voglio aprire polemiche con Danilo, ma a volte bisogna anche leggere tra le righe e capire come stanno le cose. Il mercato è come i soldi, non dorme mai. Per chiudere una trattativa a volte servono settimane, o mesi addirittura. Mettere d'accordo tutte le componenti non è facile, perché ognuno di loro ha il proprio interesse".

Può spiegare la cessione di Casale? E non ci sono giocatori nella lista del settore giovanile...

"Si sta facendo un gran lavoro con il settore giovanile, negli anni puntiamo a crescere ancora tanto".

I tifosi hanno dato una grande dimostrazione d'affetto tramite la campagna abbonamenti...

"Ne approfitto per ringraziarli, sono stati tantissimi. C'è un amore viscerale verso questa squadra, che va oltre le diatribe. Il tifoso laziale non abbandona mai, nel bene e nel male. Poco importa se sia Fiumicino o altro, l'Olimpico è sempre pieno. Da qui a qualche anno dirò basta al calcio, mi vorrei dedicare ai dibattiti con la classe giornalistica e i tifosi. Alcuni segreti del mestiere mi piacerebbe svelarli. Se andiamo a vedere tutte le situazioni tattiche ci accorgiamo che la squadra è coperta. Facciamo i debiti scongiuri, ma non si può lavorare in base a un possibile infortunio. Io sono convinto che la Lazio sia coperta in tutti i ruoli, diamo fiducia a Castrovilli. Può fare più ruoli a centrocampo, anche il trequartista. Non eravamo tranquilli, invece, per quanto riguarda la difesa perché si percepiva che mancava qualcosa. Con Gigot cercavamo delle caratteristiche specifiche. Mi auguro che lui sappia ripetere tutto quello che ha fatto in passato. Bisogna essere anche professionisti, nel giorno di riposo sono liberi. Chi non sarà professionista, nel corso del tempo, verrà tagliato fuori". In questo senso, ecco la lista dei 6 calciatori che a fine anno diranno addio alla Lazio <<<