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ESCLUSIVA – Marelli: “Lazio-Napoli, vi spiego. Sarebbe inaccettabile se…”

Luca Marelli
L'ex arbitro, oggi esperto arbitrale per Dazn, fa il punto sulle prime sette giornate di campionato, soffermandosi non solo sui biancocelesti

redazionecittaceleste

Non è iniziata con il migliore degli auspici la stagione in casa Lazio per quanto riguarda il rapporto con la squadra arbitrale. Polemiche ed errori non sono mancati per i biancocelesti, così come del resto è avvenuto in diverse gare della Serie A. Proprio analizzare con un occhio esperto queste prime sette giornate di campionato, allora, Cittaceleste ha contattato in esclusiva Luca Marelli. L’ex arbitro, oggi talent arbitrale per Dazn, è intervenuto su Cittaceleste TV - canale 85 del digitale terrestre - durante Io tifo Lazio, condotto da Lorenzo Beccarisi e Valerio Marcangeli.

Un commento su queste prime sette giornate di campionato?

C’è stata una giornata negativa, la sesta. Per il resto se fossi il designatore sarei abbastanza contento, anzi parecchio. Alla fine ci si focalizza come succede spesso sui macro errori. Ma nel complesso non ho visto questa grande negatività. Nell’ultima giornata per esempio non ci sono stati errori sugli episodi principali. Il Var, per esempio a San Siro, è stato utilizzato bene in episodio che somiglia molto a quello di Torino-Inter come dinamica. Non ci sono state grosse criticità. È vero che c’erano tanti arbitri esperti in campo, ma anche qualche giovane come Baroni. Nella comunicazione di massa attuale purtroppo basta un errore in sette giornate - come quello di Juve-Salernitana - per definire negativo il tutto. In realtà io non vedo questa grande negatività. Vedo qualcosa da migliorare, c’è sempre. Ma in generale non sarei così critico.

Siamo all’invio del quinto anno di Var. Avete sentito spesso dire che nel primo anno è stato utilizzato bene e in quelli successivi male.In realtà sono luoghi comuni. Nel primo anno in realtà è stato utilizzato in maniera pessima, ci sono stati errori a non finire. Solo che la memoria selettiva ci porta sempre a pensare che l’ultimo periodo sia sempre il peggiore. Alla fine di ogni campionato negli ultimi dieci anni abbiamo sentito dire che era stata la stagione peggiore degli arbitri. Ma non è vero: quella scorsa non è stata la peggiore. Ma è facile sottolineare negativa perché non ci si ricorda quello che è successo prima”.

Torniamo alla sesta giornata. Arriveremo su Juve-Salernitana ma sono stati fatti errori davvero pesanti in Lecce-Monza. E, senza voler puntare il dito, c’è un minimo di recidiva. L’altro grandissimo episodio di questo inizio stagione - il gol annullato in Samp-Atalanta - aveva tra i protagonisti l’arbitro Pairetto. In queste situazioni quanto è difficile scindere l’errore del singolo rispetto all’errore dello strumento? E quanto sono gravi gli errori di Lecce-Monza?

Lecce-Monza è stata probabilmente la partita più complicata. Il problema però è che viene tutto enfatizzato. Si dice che mancano tre rigori ma non è vero: ne manca uno e mezzo. L’episodio al 90’ è un macro errore del Var, Pairetto non poteva vedere nulla dal campo. Lasciamo perdere un attimo la direzione della gara che è stata davvero molto mediocre e non a caso Pairetto è stato fermo nell’ultimo turno e rientrerà in Serie B alla ripresa del campionato.

Gli altri due episodi sono uno inesistente, quello di Hjulmand. Quello di Molina si può discutere, è un 60-40 rigore a mio parere. Ma ci sono tanti elementi che portano alla non punibilità. L’ultimo episodio è un grosso errore di Di Martino, alla prima esperienza in A come Var e forse ha pagato un po’ di inesperienza. È stato fermo anche lui nell’ultimo turno, le punizioni per gli arbitri non sono gratuite: porta a un mancato introito di 1700 euro”.

Var alla prima partita, con un arbitro più esperto in campo. Vanno prese in considerazione anche di più queste tematiche nella scelta di determinate designazioni?

È un discorso piuttosto complesso. Noi non siamo nella testa degli arbitri e dei Var, non possiamo sapere come ragionano. Ma faccio un esempio: in Cremonese-Lazio l’arbitro era Orsato. E penso nessun arbitro abbia più esperienza di lui, ha diretto anche finali di Champions. Nonostante ciò il Var Abisso, che ha molta meno esperienza, lo ha richiamato.

Quella dell’esperienza è un discorso che ha un senso, ma in questo caso è probabile che Di Martino sia incappato in un errore interpretativo piuttosto grave. Dato il precedente tocco sulla coscia, con il braccio così largo non si può giustificare come pallone inatteso o inaspettato. Se un episodio di questo genere fosse successo in Milan-Napoli il clamore mediatico sarebbe stato superiore. Questi errori però capitano perché per fortuna davanti al Var c’è ancora un essere umano”.

Come è possibile che con la tecnologia, pensando a Juve-Salernitana, non ci siano determinate immagini. E ti ha convinto la decisione dell’AIA di non fermare nessuno, considerando anche la situazione della posizione di Bonucci?

Quell’episodio è sicuramente molto rilevante. Vi dico per certo che l’immagine vista dalle 23.30 di quella sera non era a disposizione del Var. Il motivo non lo so, davanti a questo alzo le mani. Il fatto che l’AIA abbia pubblicato un comunicato sostenendo che quella telecamera non ci fosse è ovviamente vero. A me in presa diretta non è venuto proprio il dubbio su Candreva, nonostante lo faccia per lavoro. Non se ne è accorto nessuno lì per lì, ce ne siamo accorti tutti con l’immagine di un’ora dopo.

Il fatto che non siano arrivata una sospensione? Marcenaro ha arbitrato divinamente per 93’, poi c’è stato l’episodio. Non si è fermato davanti al monitor forse perché aveva deciso di seguire la decisione di Banti. Lui, invece, è andato in B, perché dall’AIA filtra l’idea che la posizione di Bonucci non fosse punibile. Su Candreva tecnicamente non ha sbagliato non avendo le immagini. È stata una concatenazione di eventi, compreso l’errore dell’addetto alla telecamera dai 16 metri. L’indicazione lì è di non zoommare mai se poi giocatori escono dall’inquadratura. Un episodio di questo genere, però, ve lo assicuro: non succederà mai più”.

In un calcio che muove tutta questa importanza economica inquieta pensare che manchi una telecamera. Perché non mettere due telecamere in più a stadio?

Tra uno standard A e uno standard C, due delle tre categorie di telecamere utilizzate, la differenza di costo è 20-30 mila euro. Lo standard C viene utilizzato per 7-8 gare a settimana, stiamo tra 140 e 210mila euro risparmiate a giornata. Per 38 giornate parliamo di milioni di euro. Capiamo il risparmio perché usciamo da un periodo molto negativo. Ma i macro errori servono a non sbagliare più e un errore come questo non si ripeterà più”.

Spostandoci sulla Lazio, l’episodio principe è nella gara col Napoli. Il braccio largo sul volto di un avversario è una delle cose maggiormente sanzionate in Serie A. Ma né arbitro né Var sono intervenuti.

Io l’ho detto anche nel post partita: era più rigore che non rigore. Detto ciò, ci sono alcuni problemi su questo episodio. Per prima cosa la narrazione: si è narrato che fosse un colpo. Ma non lo è altrimenti sarebbe stato da espulsione. È un braccio alto che si allarga, motivo per cui è punibile. Secondo tema: i giocatori stanno prendendo il vizio di stramazzare al suolo. In Lazio-Napoli Sozza doveva fischiare il rigore, ma doveva farlo lui. Non può intervenire il Var altrimenti diventa moviola in campo e si rischia di finire il campionato con un altissimo numero di rigori.

I dati dei rigori nelle ultime stagioni sono in calo. Ci stiamo avvicinando ai dati di Premier e Liga. Siamo lontani dalla Bundesliga, che è davvero un mondo a parte: lì per dare rigore serve davvero il sangue. E tutto sommato è una teoria che ha un suo senso: deve essere una punizione massima. In Milan-Napoli, per esempio, il fallo c’è. Mariani però non ha visto il contatto e ha dato l’angolo. Motivo per cui il Var può intervenire”.

Sarri ha una media clamorosa di ammonizioni. C’erano tutte? Come si può risolvere la situazione? Le ammonizioni degli allenatori sono un tema.

Sì, ma non è una sorpresa. A inizio stagione l’AIA l’aveva detto chiaramente: meno tolleranza nei confronti delle panchine perché l’anno scorso si sono viste cose assurde, basti pensare alla finale di Coppa Italia. Sarri non è l’unico allenatore con tante ammonizioni, sono anche stati espulsi tanti allenatori. In panchina bisogna finirla di comportarsi in quel modo: fa parte del campo di gioco e non è un luogo in cui si può protestare liberamente.

La disciplina in campo dei giocatori è aumentata, nelle panchine invece si sta esagerando. Anche per colpa degli arbitri: hanno protestato troppo. Evidentemente anche Sarri ha un po’ esagerato, come altri allenatori. Pioli ha tre ammonizioni e non è un allenatore agitato. Evidentemente c’è stata una stretta, anche pensando a ciò che avviene in campo europeo”.

Sulla frase che ha detto Sarri: “Dopo la partita con il Bologna gli arbitri ci avvisano dicendo che ci siamo comportati male”?

Io non sono per niente diplomatico, ma questa volta dovrò esserlo: c’è un procedimento aperto e sicuramente verrà fatta chiarezza.Verranno ascoltati sia Sarri che gli arbitri, se dovesse emergere qualcosa a carico degli arbitri sarò il primo a dire che un comportamento del genere non è accettabile per dei professionisti”.