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Lazio, Eriksson: “Cerco di non pensare alla morte. Il calcio è un’ossessione”

Eriksson
Le parole del tecnico biancoceleste, alle prese con un male incurabile, sulla sua vita, la sua passione per il calcio e la Nazionale inglese
Edoardo Pettinelli Redattore 

L'affetto dei tifosi laziali in quel giro di campo da brividi all'Olimpico dello scorso 26 maggio, con la consapevolezza che potrebbe essere l'ultimo. Sven-Göran Eriksson continua a guardare avanti, alle prese con una malattia terminale che non gli permetterà ancora di vivere a lungo. "Cerco di non pensare alla morte" - ha esordito l'ex tecnico della Lazio in un'intervista rilasciata a The Guardian. Per Sven il calcio è una vera e propria ossessione, forse un palliativo in questo momento per staccare dalla realtà. "Ieri ho guardato cinque partite delle Olimpiadi. Cinque sì, le ho guardate tutte in televisione. Il calcio per me è un'ossessione, una droga. Ho guardato anche tutte le partite dei campionati Europei" - ha proseguito.

Infine, un commento da ex commissario tecnico dell'Inghilterra, anche sul futuro della Nazionale inglese dopo l'addio di Southgate e le difficoltà di ingaggiare il successore: "Pensate alla pressione che il nuovo allenatore avrà sulle spalle. Southgate ha fatto due finali, una semifinale e non è abbastanza per gli inglesi. La prossima deve vincere. Qualsiasi altro risultato viene visto come un fallimento. Sono dispiaciuto per chiunque arrivi al suo posto. Se non vincerà un torneo importante sarà criticato, lui come i giocatori, ovviamente. Chi accetterà l'incarico sarà un uomo coraggioso".