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Lazio – Ente Morale, Rodia: “Sempre più infortuni al crociato, ecco perché”

Michele Cerrotta
Le dichiarazioni del responsabile dello staff medico biancoceleste intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali del club durante Ente Morale

Nuova puntata di Ente Morale in onda sui canali ufficiali del club. Spazio allo staff medico della Lazio questa volta, con il dottor Fabio Rodia, responsabile medico biancoceleste, che ha fatto il punto sulle lesioni al crociato e non solo. Queste le sue parole. “Quello dei crociati è un problema importante e molto sentito. Negli ultimi anni c’è stato un incremento esponenziale nei giovani e nel femminile. Sicuramente questi infortuni si verificano statisticamente soprattutto all’inizio della stagione e sono aumentati talmente tanto che ormai ogni club viene ad avere almeno un infortunio in una o due stagioni. Sicuramente c’è stato un aumento delle partite, ma soprattutto delle trasferte e delle gare serali.

Questo può far pensare anche a una fatica mentale che a un certo punto si somma a quella fisica. Si è visto che soprattutto negli ultimi dieci-quindici anni c’è stato un incremento della distanza percorsa dai giocatori durante una gara del 50%. Tutti questi dati non aiutano, inoltre molti giocatori si fanno male da soli e statisticamente nel primo tempo in una fase di decelerazione. Un professionista su dieci si rompe il crociato nel corso della sua carriera. Anche se queste lesioni vengono riparate al meglio, con un recupero fino a un anno, ogni intervento fatto a distanza di 20-25 anni dà poi problematiche importanti che comportano ripercussioni nella qualità della vita.

I tempi di recupero? Basta vedere le performance dei giocatori, quando il calciatore torna a fornire prestazioni adeguate al suo livello. Non passa mai meno di un anno. Bisogna capire se c’è da riatletizzare il calciatore giocando o in maniera cauta e differenziata prima di rimetterlo in gruppo in forma. Bisogna capire quelle che sono le aspettative del calciatore e le necessità. Ma rimettere un calciatore in campo ha dei rischi e non porta prestazioni al massimo del livello”.