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Milinkovic, fenomeno della Lazio
Un assist per raggiungere in doppia cifra (10) Cuadrado ed essere pure il miglior assistman di questo campionato. Anche quando non è decisivo con un passaggio, Milinkovic è molto di più per la Lazio. Si è visto anche domenica contro il Genoa a pranzo: morsi su ogni pallone (come quello intercettato nell'azione del 3-1), tiri dalla distanza e una danza che fa ballare pure l’Olimpico vuoto. E’ in forma da urlo, lanci in lungo e in largo, uno dei segreti per riacciuffare immediatamente la Champions. Contro la Fiorentina (a gennaio 2016 il primo gol in A, quello del tradimento) deve ritrovarsi pure amuleto e scongiurare il giallo. A meno in vista derby, perderlo col Parma non sia calcolato: non si è mai fermato, ieri a Formello (insieme all’altro instancabile Marusic) è rimasto a riposo.
INTERDIZIONE E GOL
Un gigante, ora campione. E’ maturato in maniera esponenziale. Finalmente costante in tutta la stagione, completo in ogni fondamentale. Lo scorso anno si era concentrato sull’interdizione, adesso riesce a conciliarla pure con un maggior fiuto da bomber. Con 11.475 km percorsi di media è il quarto giocatore della Serie A per movimento (dietro Brozovic, Thorsby e Rog), ma anche il migliore su punizione. In trasferta poi è micidiale: Torino, Spezia, Inter e Napoli lo sanno bene. Solo Ward-Prawse del Southampton, Joselu del Deportivo Alaves e Matheus Pereira del Wba lo seguono nel Vecchio Continente. Milinkovic ormai sempre più spesso si mette la Lazio sulle spalle perché pure sotto porta è diventato più forte. Otto reti pesantissime con tre colpi di testa e un desto micidiale col Crotone. Sergej accontenta ogni palato, pure quello più intransigente.
Cittaceleste.it
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