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Lazio, da Guendouzi a Pedro: al rientro serve una diversa gestione
Se nella Lazio di Baroni, almeno fino a fine dicembre, il punto forte era proprio non dare punti di riferimento, ora non è più così. L'undici titolare cambiava in continuazione: soprattutto per affrontare tutti gli impegni tra maxi-girone di Europa League, Coppa Italia e Serie A. E questa era l'arma vincente del mister fiorentino.
Tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio, poi, vuoi per pressioni sul risultato o per necessità (causa infortuni) in campo sono entrati quasi sempre gli stessi. Il minutaggio non mente: da inizio anno ad oggi vede sopra i mille (in tutte le competizioni) Guendouzi (1338 minuti), Romagnoli (1239’), Marusic (1144’), Gila (1117’), Isaksen (1107’), Dia (1033’), Zaccagni (1026’) e Rovella (1016’) oltre Provedel (1080’).
Nuno Tavares, Taty Castellanos e Pedro unici sopra la soglia dei 600 minuti. Tutti gli altri calciatori sotto: il dubbio sorge, soprattutto perché, come affermato dall'allenatore, tutti sono titolari. Gli infortuni e i troppi impegni ravvicinati (sette gare in ventidue giorni) hanno demolito il giocattolo di Baroni.
In questo momento la sosta era più indispensabile che mai. Il tecnico toscano dovrà affrontare grandi match al rientro, ma nel frattempo dovrà pensare a delle nuove strategie, sicuramente differenti da quelle applicate a Bologna. In un fermo immagine, infatti, si vedono Guendouzi, Rovella e Vecino che pressano -male- difesa e portiere: decisamente esagerato.
Sembra ancora più fuorviante la tattica adoperata, soprattutto se si ascoltano le parole degli attori in campo. Romagnoli e compagni avevano affermato pubblicamente di essere fisicamente e mentalmente esausti. Comprensibile, se si considera un tour de force che ha visto 4 trasferte di fila: questo, tuttavia, non giustifica ugualmente l'umiliazione del Bologna (5-0).
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