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Due anni dopo è tutto un altro Gila. Impressionante la crescita del centrale spagnolo, arrivato alla Lazio come oggetto del mistero e rimasto tale per diverso tempo nell’immaginario dei tifosi. Forse anche in quello di Sarri, che non lo vedeva alla domenica ma che ci lavorava quotidianamente a Formello durante la settimana. Non una situazione facile per lo spagnolo: “Non giocavo mai, ho avuto anche bisogno di un supporto psicologico che mi aiutasse a vedere le cose in modo positivo”. Eppure, una fase di crescita decisiva a tal punto da vedere il calciatore ringraziare chi non lo faceva giocare mai: “Ma non aveva tutti i torti, mi ha fatto crescere tatticamente”.
Infortuni e cause di forza maggiore gli hanno spalancato le porte dell’undici titolare e da allora non è più uscito. Prima con Sarri, poi con la breve parentesi Tudor e ora a maggior ragione con Baroni che stravede per lui: “Uno dei difensori più forti che c’è, lo vorrei tutta la vita”. Non è azzardato dire che oggi Mario Gila sia uno dei migliori difensori dell’intera Serie A, a maggior ragione considerando come le sue gesta abbiano anche valicato anche un confine aspro come quello dei Pirenei, fino ad arrivare in Spagna. Fatto tutt’altro che scontato, considerando una certa difficoltà a guardare fuori dalle proprie mura da parte dei ct della Roja.
La crescita di Gila però ha colpito De la Fuente, che sta facendo seguire il difensore della Lazio e potrebbe addirittura convocarlo nella prossima sosta per le nazionali, in programma a marzo. In Under 21 il centrale biancoceleste conta nove presenze, l’ultima a luglio 2023 negli Europei di categoria persi in finale. A distanza di circa un’anno e mezzo potrebbe arrivare la chiamata tra i grandi, come Gila sognava già mentre indossava la maglia dell’U21: “Se sogno la nazionale maggiore? Sì, questo è l’obiettivo. È lo stesso per tutti i giocatori che sono nell’U-21 e per quelli che vengono dalle categorie inferiori. Se un giorno dovrà esserlo, sarà”. E quel giorno, probabilmente, è dietro l’angolo.
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