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Lazio, una crescita lunga dieci anni: Felipe Anderson 2.0

Felipe Anderson
Il percorso di crescita di Felipe Anderson suggerisce diversi spunti. Un giocatore più maturo e consapevole: la sua rinascita passa da Sarri

redazionecittaceleste

Una carriera sui generis quella di Felipe Anderson. Lo avevamo conosciuto alla Lazio quasi dieci anni fa. A luglio 2013 arriva a Roma dal Santos, firmando un contratto quinquennale. Dal 2013-14 al 2017-2018 nelle prime 5 stagioni con la maglia biancoceleste ha disputato ben 137 partite di cui 93 da titolare. Per un totale di 25 reti del ‘primo periodo’ alla Lazio. Nell’annata 2014-15, Felipe Anderson si trova bene nel modulo di Stefano Pioli. Un modo di giocare che esalta le sue caratteristiche con le sue celebri accelerazioni da esterno alto. In quella stagione arrivano 10 reti e 7 assist. La sua doppietta in Inter-Lazio (terminata per 2-2 in rimonta dei nerazzurri) del 21 dicembre 2014 è un po' l'emblema del ‘primo’ Felipe Anderson. Dopo un'ottima stagione (2014-15), l'anno dopo quasi tutte le statistiche vedono un peggioramento. Meno gol, meno dribbling, meno passaggi chiave.

La definitiva consacrazione fatica ad arrivare, anche quando sembrava a un passo. Sono 9 i gol e 4 gli assist tra campionato e coppe. L’arrivo di Simone Inzaghi dopo l'esonero di Pioli segna un po’ la fine di quel primo Felipe Anderson. Il brasiliano fa fatica a stare dietro al 3-5-2 del tecnico piacentino. L'infortunio all’inizio di quella stagione e le incomprensioni con Inzaghi decretano la fine della sua prima esperienza in biancoceleste. Conclude la stagione con la vittoria della Supercoppa italiana e a luglio 2018 viene ceduto per 38milioni di euro.

A 25 anni lascia la Lazio per il West Ham all'epoca 13° in classifica. Poi nel 2020 finisce in prestito al Porto dove in 6 mesi gioca appena 5 partite. Lontano dalla Lazio 85 presenze, 12 gol e 13 assist. Decide di tornare a casa con l’arrivo di Sarri, che ha sempre nutrito molta stima nei suoi confronti. In questo anno e mezzo la sua crescita è stata esponenziale. Un giocatore motivato, che ha ritrovato se stesso. Più maturo e costante, con meno alti e bassi. Il suo talento unito al sacrificio per la squadra e l’ascolto delle direttive di Sarri hanno fatto sì che oggi Felipe Anderson non sia più un semplice talento inespresso.

Quest’anno l’esterno brasiliano ha messo a segno 9 reti e 7 assist. Il 2023 era iniziato con 4 gol in 4 partite di fila. Ma il dato che più impressiona è la titolarità assoluta del numero 7. Dall’arrivo di Sarri sulla panchina della Lazio finora sono state 87 le presenze su altrettante gare ufficiali. Impossibile rinunciare a Felipe Anderson soprattutto dopo che ha imparato perfettamente anche il mestiere di punta al posto di Ciro Immobile. "Ciro mi ha dato dei consigli preziosi che non posso svelare", aveva ammesso qualche tempo fa. Complice anche la mancanza di alternative da quelle parti del campo e i ripetuti forfait del numero 17, Sarri ha dovuto chiedere di fare gli straordinari al brasiliano in più occasioni. Un Felipe 2.0, sempre decisivo sia da esterno alto che da centravanti.