Di Michele Cerrotta
news
Lazio-Cremonese, Sarri: “Mercato? Ecco cosa dobbiamo fare. Su Milinkovic…”
Vittoria decisiva per la Lazio, che batte grazie a un gol nel finale di Milinkovic la Cremonese e blinda l'accesso in Supercoppa. Al termine della gara, è intervenuto in conferenza stampa il tecnico biancocelesteMaurizio Sarri. Queste le sue parole.
Si era accorto già tra 1-0 e 2-0 di un momento di calma dei suoi ragazzi? A un certo punto forse hanno pensato di averla già vinta. Che voto dà al Sarri allenatore?
“Mi sono stati sui cog*ioni 21 anni quelli che davano i voti. Stagione europea di scadente livello, campionato di altissimo livello e oltre ogni previsione. Adesso nessuno lo ammetterà, ma a inizio stagione nessuno ci dava in Champions. Penso che noi siamo cresciuti, ma non siamo ancora una squadra matura. Finisce quasi sempre così in partite simili. 2-0 contro una squadra retrocessa, pensi sia tutto facile e smetti di difendere. Ti trovi 2-2 facendoti gol da solo e poi fatichi a venirne a capo”.
Che emozione le dà questo stadio?
“C’è ancora da finire, abbiamo la possibilità di arrivare secondi. Dobbiamo fare una partita difficile, a Empoli. Sarebbe brutto mollare essendo a un passo da un traguardo importante per tutti. Poi il gusto è che due anni fa quando sono arrivato c’erano 20mila persone allo stadio. A vedere quello di oggi ti rendi ancor di più conto di quello che può essere il popolo laziale, di quanto amore può dare. Lo stadio dà gusto, spero che il prossimo anno sia il più possibile come oggi, vorrebbe dire che stiamo facendo bene. Quando vivi la lazialità dall’interno ti rendi conto che tutte le etichette che sono appicciate addosso a questo grande popolo sono tutte false”.
Ci può raccontare un aneddoto non finito sotto i riflettori che le ha dato particolarmente gusto quest’anno? Per la Lazio del futuro vorrebbe una squadra più dedita al possesso o insistere sulle ricerche acquisite nella ricerca della profondità?
“L’aspetto più importante è che arrivino giocatori forti. Il modo di giocare te lo danno le caratteristiche degli attaccanti, i nostri strappano e danno profondità, non mi sembra molto opportuno costringerli a fare cose diverse. Sta diventando una squadra che quando riesce a palleggiare riesce anche a creare palle gol. È una squadra che sta imparando a rendersi pericolosa anche attraverso il possesso. L’aneddoto? Così al volo è difficile dirlo, poi parlando trenta minuti magari ne tiro fuori 300”.
Lei è l’unico allenatore vincente preso da Lotito in questi anni. Deve avere a disposizione una macchina che corre adesso?
“Intanto voglio risponderti alla domanda della scorsa settimana: avevi detto che la squadra era apparsa stanca. L’indice di efficienza fisica era a 93 su 100, miglior prestazione stagionale. Io sono venuto qui per altri motivi rispetto ai soldi, non avrei accettato da nessuna altra parte lo stipendio che ho qui. Ma qui ho avuto la sensazione di poter tornare a fare calcio in maniera pura, cosa in cui avevo faticato negli ultimi anni. Sono venuto per quello, mi serviva ritrovare il gusto del campo. Sapendo ovviamente che vincere qui è difficile. Se poi per trofei si intende una Coppa Italia o una Supercoppa non mi interessano molto. Vincere una Coppa Italia serve a me per il curriculum, andare in Champions fa crescere la società.
Per la macchina vediamo, a volte te ne danno una buona e tel la metti in testa, vediamo che macchina si può avere. Il presidente mi ha detto. Sentiamo le idee e se siamo tutti con le stesse idee si va avanti tranquillamente. Dovrebbero esserci qualcosa in più, vediamo cosa si può fare. Io non ho nessuna intenzione di lasciare la Lazio, ho detto che al limite c’è anche la possibilità che uno si parli e decida diversamente. Ma penso che questa eventualità sia estremamente remota e che ci siano tutti i presupposti per andare avanti insieme. So che non farà follie, ma fa parte della storia della Lazio”.
La Lazio dovrebbe incassare 60-70 milioni di euro: ci sono le basi per fare una squadra più competitiva?
“Se Lotito dà retta a me si spende 1,2 mld. Il primo assalto si fa a de Bruyne. Io penso che il primo passo da fare sia avere la certezza su chi rimane. Se non si fa questo e si va dietro al mercato si rischia di prendere giocatori inutili visti determinati incastri di mercato. Entro pochissimo tempo bisogna capire chi rimane e poi schiarirsi le idee su quali caratteristiche ci servono. Per diventare più forti c’è da capire questo”.
Che Champions si immagina per la Lazio? E nella finale di quest’anno che pensa?
“Non esiste vittima predestinata in gara unica. Se poi si fa un campionato può venire fuori la differenza di valori. Nessuno ci metteva in Champions, ora parlare di andare in finale… Il confine per noi è fare la Champions per 3-4 anni di fila, lì fai il salto di qualità. Non si può pretendere di essere competitivi al primo anno. Ma se ci vai consecutivamente il fatturato lievita e lì si può fare il salto di qualità”.
Che sensazioni ha sul futuro di Milinkovic? E una riflessone su Radu.
“Non lo so in questo momento. Il ragazzo è a scadenza, anche la società dovrà prendere delle decisioni. Se si va a un prolungamento ha tutto senso, altrimenti perdere un altro giocatore a zero sarebbe pesante. È chiaro che dipenderà molto dal ragazzo, se si metterà a disposizione o meno per il prolungamento. In questo momento lui non l’ho visto assente ma convolt. Quest’anno ha fatto fatica, ma poi è sempre uscito da questi momenti e ci ha tirato fuori dai guai, non so che intenzioni ha.
Stefan ho avuto la sfortuna di conoscerlo come calciatore nella parte finale di carriera e la fortuna di conoscerlo. Come uomo è eccezionale: personaggio di una correttezza, fedeltà e lealtà che ha pochi riscontri. Spero voglia rimanere nel mondo laziale, con me in due anni ha fatto poche partite, ma è stato sempre di una partecipazione, di una guida per il gruppo, di una professionalità in allenamento unica. È davvero un personaggio raro”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA