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RIVIVI IL LIVE Baroni: “Voglio una Lazio che giochi per i tifosi. Sul modulo…”

Baroni
Le dichiarazioni nella conferenza stampa di presentazione nel centro sportivo di Formello di Marco Baroni, nuovo allenatore della Lazio
Edoardo Benedetti Redattore 

Comincia ufficialmente la nuova stagione della Lazio. Dopo le visite mediche nella mattinata, che proseguiranno per il resto del gruppo nelle prossime ore, tocca a mister Baroni. È infatti in programma alle ore 12:00, direttamente dalla sala stampa di Formello, la conferenza di presentazione del nuovo tecnico biancoceleste. Primo approccio con la nuova avventura per l'ex tecnico del Verona, che giovedì partirà alla volta di Auronzo di Cadore per i primi allenamenti.

Mister cosa prova per questa opportunità?

“Dobbiamo iniziare a lavorare da subito. Eredito una squadra con una grande cultura del lavoro, dovremmo solo intensificare. Ho sempre portato valori nelle mie squadre, per me è fondamentale l’aspetto valoriale, è quello che fa la differenza. Questo aspetto, che si ricongiunge allo spirito laziale, la squadra deve averlo da subito. Dobbiamo iniziare a lavorarci da subito: passione, dedizione, essere attaccati al lavoro. Quando una squadra va sul campo e dimostra queste componenti di compattezza, equilibrio, qualità del lavoro, il pezzo più importante è già stato fatto”. 

 

Meglio tardi che mai la chiamata di una big? Il messaggio del ‘gioca chi merita’ del presidente lo condivide? Serve riportare armonia nello spogliatoio?

“Problemi di spogliatoio? Mai stati un problema. Personalmente sono felice, è il momento più alto della mia carriera. C’è voglia e concentrazione. Sono uno che ama le sfide, voglio trasferirlo alla squadra. Voglio una squadra con coraggio che accetti e che voglia le sfide. La mia squadra non deve giocare per sé stessa ma per i tifosi, lo devono vedere. Il mio impegno primario sarà in questa direzione”.

 

Cosa ha imparato nei momenti difficili a Verona che si porterà con sé nella Capitale?

“Ho fatto un percorso nella mia vita con un principio: se non vinco imparo. Quell’esperienza è stata bellissima, perché nella vita ci sono tanti modi per affrontare le difficoltà, che può essere un’opportunità se la si sa leggere. Ci portiamo dietro un vissuto ma sappiamo che quei è diverso, siamo motivati e pronti a fare anche un calcio diverso. Qui c’è qualità. Sono andati via giocatori importanti ma abbiamo preso ragazzi giovani. Dovranno partire da quello che i più esperti hanno lasciato. Voglio che la squadra faccia un calcio che emozioni, è il mio primo punto”.

 

Del mercato è soddisfatto? Cosa manca per completare la rosa?

“Non guardo quello che manca, guardo quello che ho. Mi ha fatto piacere che il presidente abbia sottolineato il processo di ringiovanimento, che si lega al calcio che vogliamo proporre. Metto sempre il giocatore al centro del progetto. Il mio compito sarà quello di ottimizzarne le prestazioni all’interno di un collettivo, che è la cosa fondamentale. Il valore di ogni singolo non fa mai il valore del collettivo. Lì deve esserci la nostra crescita, individuale e di squadra”.

 

Che obiettivo ha questa squadra? E quale sarà il modulo?

“L’impianto sarà di una difesa a 4 col doppio esterno. All’interno di queste ci saranno possibili variabili ma da lì non ci spostiamo. Poi c’è la parte più importante che è quella che dicevo prima. Dobbiamo avere compattezza, equilibrio, ferocia. Andare a prendere gli avversari, è questo il calcio che mi piace e che dobbiamo portare sul campo. Obiettivi? Si parte dal lavoro, vogliamo migliorare il campionato dello scorso anno. Abbiamo 47 partite, l’obiettivo primario è farne di più. L’importanza della rosa e ogni giocatore giochi ogni minuto al proprio massimo, questo è ciò che conta”.

 

Cosa possono dare i senatori rimasti?

“Tantissimo ma non parliamo di senatori. L’integrazione tra vecchie  nuovi sarà fondamentale. Qui c’è gente vogliosa, li ho salutati adesso. A me interessa questo, come portare un clima di gioia e di fiducia. Parto da qui. Quando ti alleni forte con il senso di sacrificio poi lo porti la domenica: si gioca come ci si allena”.

 

Il suo lavoro a Verona e a Lecce è conosciuto. La percezione è cambiata quando Gasperini vince l’Europa League e parla di Baroni. Lo ha percepito questo cambiamento? E Dele-Bashiru può fare la mezzala? 

“Le parole di Gasperini mi hanno fatto piacere. Il senso è che un allenatore viene valutato per un trofeo, una vittoria. Voleva dire che ci sono allenatori che comunque vincono nel loro obiettivo, che può anche essere una salvezza. Mi fa piacere perché c’è stima reciproca ma credo fosse riferito a chiunque raggiunga un obiettivo. Dele-Bashiru? Non vorrei parlare dei singoli. Credo che abbiamo scelto e valutato alcuni giocatori per delle qualità. Il compito mio e del mio staff è farli integrare nel gruppo. Mettiamo il giocatore al centro, ci dev’essere una grande conoscenza e sensibilità di vedere le migliori attitudini in modo che si esprima al meglio”.

 

Si aspettava di dover attendere così tanto per un’esperienza così?

“Non guardo mai indietro, mi porto solo le esperienze. Quello che hai fatto oggi è già passato, se ti fermi ti passano avanti. Il mio primo pensiero è stato la Lazio e guardiamo avanti. Poi ognuno si porta dietro un bagaglio esperienziale. Io e il mio staff siamo qui e pronti per questa meravigliosa sfida”.

 

La sua avventura alla Lazio si apre in un momento difficile, con la contestazione dei tifosi. Come la fa sentire questa cosa? Può essere una motivazione in più?

“Il sentimento è uno di quei valori in cui credo e rimango legato. Non esiste squadra senza i suoi tifosi, ma il primo passo lo deve fare la squadra con le componenti valoriali. Se una squadra suda la maglia, si aiuta, lotta e ha coraggio, credo che sia quello che tutti vogliano vedere. La mia attenzione è rivolta lì, al lavoro da fare insieme con la squadra”.

Due dimissioni consecutive di Sarri e Tudor: ha chiesto motivazioni alla società?

“Ho grande rispetto per chi ha lavorato qui. Sono momenti e storie diverse. Sono convinto che la mia felicità, la mia scelta parte dalla convizione. Senza quella non vai da nessuna parte. Questi problemi non li ho mai avuti e non li avrò neanche quest’anno. Dobbiamo lavorare su un coinvolgimento collettivo, non si raggiungono obiettivi se non siamo tutti insieme”.

Il presidente ha parlato di problemi di spogliatoio. Alcuni giocatori sono andati via, crede sia opportuna la presenza di una figura da collante tra spogliatoio e società?

“No, scusate ma credetemi io non vedo queste problematiche. Qui c’è un gruppo che ha voglia, che io ricorderò la fortuna che abbiamo. Ogni giorno quello che spendiamo sul campo è straordinario. Non vedo altre problematiche, perlomeno questo aspetto non mi mette timore. Ne sono certo”.

Sul mercato ha chiesto un ruolo primario? Arriveranno le prime scelte che lei vuole? Ha decretato incedibili alcuni giocatori?

“Coinvolgimento totale, dall’inizio. Sono arrivato nel momento giusto, il coinvolgimento è stato totale. Da questo punto di vista sono contento. Sono state fatte delle uscite e il presidente ha spiegato i motivi. Non mandiamo via nessuno ma serve avere giocatori che hanno il sentimento e la voglia per stare ad affrontare un’annata che vogliamo rendere importante. Credo di aver già risposto a questa domanda. Vediamo se ci saranno eventuali operazioni, anche se parto con una rosa con delle coppie formate. Ma credetemi non vedo l’ora di essere sul campo a lavorare con i ragazzi”.

 

Può dirci qualcosa sullo staff che lavorerà con lei? C’è un giocatore come Greenwood che potrebbe alzare l’asticella se dovesse arrivare?

“Il valore del giocatore lo conosciamo, so che è bravo e può giocare sull’esterno e ricoprire più ruoli. Ma non voglio parlare dei singoli né tantomeno di eventuali operazioni di mercato. Sullo staff? Ho portato collaboratori: il mio secondo Fabrizio Del Rosso, il preparatore atletico, Andrea Petruolo, che lavorerà insieme a un altro preparatore, Federico Di Dio. Ho un collaboratore, Nicola Lami. E due match analyst: Silvio Valanzano e Giuseppe Di Martino. Qui abbiamo trovato Viotti e Lamberti, con cui ho già parlato e ai quali ho già trasmesso la mia energia. Chi lavora forte con noi trova l’ambiente ideale”.

Sarri ha parlato benissimo di lei. C’è stato un contatto col mister?

“C’è stata una telefonata ma solo di saluti. Con Maurizio c’è stima, ci siamo incrociati nei campionati di C2, c’è stima professionale e un buon rapporto umano. Se ha speso buone parole mi fa piacere, anch’io ho grande stima per lui”.

La Lazio era stata mai nel suo destino? Conosce la sua storia?

“La storia della Lazio la conosco benissimo. Il calcio aggressivo e ciò che hanno fatto i miei colleghi? Ho studiato la squadra, ho guardato. A me non piace attendere, aspettare, lavoreremo insieme con la squadra. Parto però da cosa c’è bisogno per fare risultato. In questo momento ho chiaro il calcio che voglia fare e studiando ogni singolo componente sarò in grado di portarlo avanti”.

Per il tipo di rosa la doppia punta è da escludere a priori? E sul calendario? Come giudica l'inizio?

“A me piace giocare con i due esterni e la difesa a quattro. Poi all’interno dell’impianto ci possono essere variabili all’interno della partita. Non sono ingessato. Se ricordate la gara tra Lazio e Verona ci siamo messi a specchio, abbiamo cambiato. Leggo la partita e non creo un modello da cui non si può uscire. Ma tendenzialmente il mio impianto è questo: difesa a 4, doppio esterno. La variante della punta la valutiamo, anche a seconda delle partite. Così come il vertice alto e basso a centrocampo”.

A 60 anni cosa si prova ad avere questa chance. E sul derby cosa prova?

“L’emozione c’è, come la consapevolezza, la responsabilità. Ma è il nostro cibo, la nostra linfa: se non hai questo non puoi fare l’allenatore. C’è una grande lucidità e una grande convinzione su quello che è il lavoro, che è quello che ti porta dove vuoi arrivare. Per quanto riguarda la domanda sul derby è chiaro che sia una partita straordinaria. Ci sarà tempo per prepararla ma ci arriveremo senza sbagliarla, questo è certo”.

Ha già pensato a chi può ricoprire il ruolo di trequartista?

“Ho idee molto chiare, non voglio parlare di singoli. Andremo a lavorare sul campo perché le mie idee devo avere un riscontro sul campo”.