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Lazio, dott. Ciccozzi: “Vi spiego i 4 ceppi della malaria. Possibile che Dia…”

Dia
Ai microfoni del Corriere dello Sport, il professor Ciccozzi, epidemiologo dell'Università Campus Bio-Medico ha detto la sua sul caso Dia
Edoardo Benedetti Redattore 

Continua a tenere banco la questione Boulaye Dia. L'attaccante della Lazio negli scorsi giorni ha contratto la malaria, con tanti esperti del settori che si sono dedicati a vari tentativi di spiegare la malattia e i suoi sintomi. Tra questi anche il professor Ciccozzi, epidemiologo dell'Università Campus Bio-Medico, che ai microfoni del Corriere dello Sport, ha spiegato oltre che i sintomi della malattia anche i vari ceppi (4) della stessa.

Dottor Ciccozzi, cosa significa oggi contrarre la malaria?

"Parliamo di un parassita, non di un virus. Ed è molto frequente contrarlo se si va in Africa senza un'adeguata profilassi preventiva. In molti preferiscono evitarla, perché è pesante, tanto che il fegato ci mette molto a digerirla. E poi perché è lo stesso farmaco che si dà per la cura. Quindi si tende a pensare ‘me lo risparmio sto attento e lo prendo solamente nel caso in cui diventi necessario'. Ma è un ragionamento sbagliato, perché gli effetti della malaria sono in linea di massima peggiori rispetto a quelli della profilassi preventiva, sebbene durino circa 15 giorni in media".

Quali sono i sintomi?

"Ovviamente non sempre sono gravi, dipende dalla tipologia. Intanto ti dà una febbre che si ripete ciclicamente ogni 3 o 4 giorni, facendoti solo pensare di essere guarito. Poi stanchezza, crisi di freddo, sudorazione, sete importante, anemia e splenomegalia, cioè l'aumento delle dimensioni di milza e fegato".

Quanti tipi ci sono?

"Ci sono 4 ceppi del 'plasmo-dium'. 'Viva' e 'Ovale' hanno circa 7-14 giorni di incubazione e la stessa cosa vale per il 'Falciparum', che è la variante più rognosa e in casi estremi può durare pure un anno. Infine c'è il 'Malariae', che può arrivare anche a 30 giorni di incubazione e può durare fino a 40 giorni a partire dai primi sintomi".

Quest'ultimo, considerando i 7 giorni minimi di incubazione, sembra l'unico compatibile con il caso specifico.

"Tenderei a pensare che lui abbia quest'ultima variante e che l'abbia presa nella sosta di ottobre. Potrebbe aver avuto una forma molto leggera e ha continuato a giocare, superandola senza nessun trattamento. Poi il plasmodio si può trovare comunque nel sangue, ma se non c'è sintomatologia è di fatto superato. Difficile dirlo senza sapere cosa accusa, ma comunque non è difficile fare un esame di isolamento in un laboratorio parassitologico e capire".

Ci sono precauzioni che dovrà prendere al suo rientro in Italia?

Nessuna. La trasmissione uomo-uomo non è possibile, ma solo attraverso le punture di zanzare 'Anopheles', che in Italia non hanno le condizioni ambientali necessarie per sopravvivere”.