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Sarri
Lo aveva detto, lo ha dimostrato. Non ci sono titolari, forse perché tutti posso ambire a esserlo. Indovina la scelta Isaksen, sgancia un Immobile letale a gara in corso e ottiene i tre punti meritati. C'è tanto di Maurizio Sarri nella vittoria della Lazio contro il Celtic. Al termine del match il tecnico biancoceleste è intervenuto in conferenza stampa. Queste le sue parole.
Quanta soddisfazione c’è e come mai una Lazio dai due volti?
“Per lo stesso motivo dello scorso anno, anche se al contrario. L’atmosfera Champions ci sta dando delle motivazioni che in campionato ci mancano. Ed è un limite. Stasera bene, squadra molto applicata”.
Dopo Salerno serviva coraggio e l’hai dimostrato. È servita questa gara per capire che la squadra è con te?
“Non avevo grandi dubbi su questo. Io ho dubbi sulla mentalità della squadra. Stiamo dimostrando mancanze in certe partite che consideriamo facili nella nostra testa, una cosa che ci fa scendere in campo senza determinazione e applicazione feroce. L’unica preoccupazione che ho è in questo senso, nella mentalità della squadra. Non nell’aspetto personale dei giocatori, su cui non ho assolutamente alcun dubbio. L’applicazione che ho visto stasera se l’avessimo messa anche in campionato ci avrebbe portato molti più punti. Stasera bene, siamo tutti contenti. Abbiamo giocato una gara di Champions in una cornice di pubblico spettacolare. Fa piacere fare contenti i tifosi, ma le somme le tiriamo col Cagliari”.
L’idea di mettere Immobile dopo un’ora era stata programmata? Luis Alberto come sta?
“Luis è uscito per crampi, non per problemi muscolari. L’idea di tenersi Immobile per l’ultimo spezzone è nata stamani, anche valutando di volere due o tre cambi importanti in panchina. Non era facile avendo tanti giocatori fuori per infortunio. Da qui a inizio gennaio giochiamo ogni tre giorni, non vogliamo dissanguare i giocatori. Poi avere in panchina lui e Pedro significava avere garanzie per il finale di partita. Sapevamo che se il risultato fosse rimasto inchiodato avrebbe potuto fare la differenza una mezz’ora con loro”.
Grande prestazione di Isaksen. Con Marusic invece non si perde un tempo di gioco a sinistra? E le scelte offensive sono sembrate
“Forse in qualche movimento nella parte finale dell’azione, non nello sviluppo. La differenza dalle altre volte è che abbiamo provato con esiti non buoni spesso il tiro da fuori. Dentro l’area possiamo essere più velenosi. Marusic? Giocare a piede invertito è una soluzione che a volte nella storia del calcio è stata congeniale. Ma è chiaro che un tipo di imbarazzo lo può trovare. Ma non me la sono sentita di fare a meno della fisicità di Marusic stasera. Isaksen mi sembra abbia fatto una buona partita, ma penso che andasse solo aspettato. È un ragazzo giovane, che arriva da un campionato totalmente diverso. Non parla l’italiano, ma le brutte parole le ha già imparate tutte (ride, ndr). Cambia il modo di alimentarsi in maniera netta. Sono assestamenti che un trentenne può assorbire in meno tempo rispetto a un ventunenne. Ma in allenamento si vede che ha doti. È come per Gila: in allenamento si vedono le doti. Lui, Gila, è molto veloce e in gare come oggi è funzionale. Poi contro avversari di quasi due metri può essere un problema”.
Ci racconta cosa ha provato i questi giorni e durante la gara?
“Durante la gara ero abbastanza calmo, vedevo una prestazione che mi soddisfaceva. Non sapevo come sarebbe finita ovviamente, ma vedevo una squadra bella in partita. Sarò molto più nervoso nella gara con il Cagliari: quello voglio. In Europa ci sono tante squadre più forti, ma ce la lottiamo sempre. Invece due o tre sconfitte in campionato mi sono andate di traverso, aspetto quella risposta. È il Cagliari che ci dà un segnale sulla mentalità. Oggi mentalmente era facile”.
Lotito ha dichiarato di averle chiesto di far giocare i più in forma. E ha anche detto che sta investendo su Sarri.
“Lo dice da tre anni dei giocatori più in forma (ride, ndr). Io ho detto di voler chiudere qui, poi il calcio sappiamo com’è. Ma ho sempre dichiarato di voler chiudere qui: sto bene in questa società. Alla fine di quest’anno dovrei rimanere sicuramente un’altra stagione, poi se ci sono i presupposti rimango volentieri”.
Ha parlato con la squadra del fatto che prima della Champions si raccolgono molte meno gare rispetto a quanto si fa dopo? E dei sette-otto minuti di inizio ripresa?
“Oggi il ritorno in campo nel secondo tempo abbiamo concesso qualcosa, ma è stato un momento in cui abbiamo provato a pressare più alto anche quando non dovevamo farlo. Palla al portiere loro la davano apposta per farci uscire più alti. Avevamo deciso di non seguire mai i retropassaggi e aspettarli fuori dall’area, a un certo punto siamo andati per eccesso fino al portiere e abbiamo preso un paio di infilate. I numeri noi li guardiamo sempre e li riportiamo ai giocatori. Sono numeri preoccupanti, nel senso che se sabato pensi alla gara di martedì è un problema. Le partite se non le aggredisci le subisci. Se questi numeri continuano ci diranno che abbiamo una mentalità estremamente scadente”.
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