- Lazio News
- Calciomercato
- Rassegna Stampa
- Serie A News
- Pagelle
- Primo Piano
- Video
- Social
- Redazione
news
Cataldi
E' uno dei punti fermi di questa Lazio, non solo in campo. Danilo Cataldi è ormai un veterano dello spogliatoio: tanti anni passati in biancoceleste, la sua seconda pelle. Dalle prime gioie con la fascia di capitano al braccio, fino al gol nel derby passando per i trofei conquistati, Danilo si racconta a tutto tondo. Questa l'intervista integrale rilasciata ai microfoni di Radiosei.
Partiamo dalla fine: avete qualche rimpianto sul derby? Si poteva vincere?
"Siamo entrati in campo per vincere la partita. Loro sono partiti forte, venivano da una sconfitta e da due derby persi l'anno prima. Piano piano l'abbiamo presa in mano: il nostro rammarico è stato finire 0-0 il primo tempo. Nella ripresa abbiamo sbagliato qualche palla di troppo e la partita si è assestata sul pareggio. Abbiamo chiuso la gara con qualche rammarico, avevamo la sensazione di potercela fare e di vincere".
Un giudizio sul gioco di Sarri, da te che lo vivi tutti i giorni...
"E' una domanda complicata. Secondo me il mister non può essere etichettato. Lui vive un'unica fase di gioco, unendo quella difensiva e offensiva. Vuole la pressione alta: lui è l'unico che lavora con la linea difensiva come nessuno al mondo. Lavorare con lui è comunque difficile, in avanti chiede velocità e due tocchi, mentre in difesa bisogna essere sempre attivi".
Come mai quest'anno la Lazio segna di meno?
"Fare paragoni con lo scorso anno secondo me è sbagliato. Ogni stagione ha una propria storia. Abbiamo anche difficoltà a trovare il pallone alti, andando a pressare bene. Credo sia un insieme di fattori, non c'è un solo motivo. Magari in una partita riesce tutto, in altre meno".
Il calendario ha pesato?
"Non so se ci ha destabilizzati. Un peso lo ha sicuramente avuto, fare due trasferte facili è un conto, specialmente a inizio stagione. Fermo restando che si fatica contro ogni squadra, sicuramente giocare contro squadre forti da subito non è un elemento da sottovalutare".
Sarri aveva parlato del tuo rendimento in calo, cosa non ha funzionato?
"Ne ho già parlato con il mister. In allenamento do sempre il massimo, è impossibile che io mi alleni male. Il suo riferimento era per le partite: abbiamo già chiarito tra di noi. In quelle 5-6 partite da titolare non sono sicuramente stato brillante come lo scorso anno, poi anche i risultati hanno influito. Sono comunque felice perché la squadra è comunque cresciuta, anche se io guardavo dalla panchina. Poi il derby l'ho giocato da titolare..."
Sui nuovi acquisti: come li valuti?
"Su Castellanos posso dire che è un giocatore affamato. Farà molto bene, ha grande tecnica, sa giocare con la squadra. Rovella? Farà tanta strada, si impegna sempre nel quotidiano. Guendouzi (ride, ndr) è molto divertente, è mezzo matto. Però è un grande giocatore, lo avevamo già incontrato contro il Marsiglia. Isaksen invece ha tante qualità, lo abbiamo visto con i nostri occhi. Deve ancora abituarsi al nostro mondo che è sicuramente diverso dal suo. Kamada, per me, è particolare. E' quasi di ghiaccio, credo dipenda molto dalla sua tradizione culturale. Credo però che sia un bene visto il nostro ambiente".
Su Immobile...
"Una parola con lui non basta, ma se devo dirne una è intoccabile. Ognuno può avere la sua idea, ma i numeri parlano chiaro. Un giocatore italiano con questi numeri, per me, è inattaccabile. Parlando poi della persona e del capitano non gli si può dire nulla, dovrebbe giocare anche da zoppo".
Parlate nello spogliatoio di temi politici o di attualità?
"Se ne parla, assolutamente sì. Per esempio la guerra in Palestina è un qualcosa che ti tocca. Ovviamente non se ne parla in maniera approfondita, ognuno poi ha le sue idee. Noi siamo tanti in squadra, ognuno con la propria religione. Sembra che noi calciatori viviamo in una bolla, ma non siamo estranei a ciò che accade nel mondo. La Lazio è la mia vita, ma c'è anche dell'altro".
Il più simpatico dello spogliatoio?
"E' una bella combriccola, ci sono tanti personaggi. Se devo sceglierne uno ti dico Lazzari, un insospettabile. L'introverso, invece, è Kamada, magari anche perché lo conosciamo di meno".
Sarri che tipo è nello spogliatoio?
"Si vede poco. Entra, fuma ed esce. Non parla molto, ma quando parla è una sentenza: è così da quando è arrivato. Nonostante le poche parole, è comunque simpatico".
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Lazio senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Cittaceleste per scoprire tutte le news di giornata sui biancocelesti in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA