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Lazio, Dia-Castellanos: la nuova arma di Baroni in controtendenza con la Serie A

Castellanos e Dia
Da soluzione temporanea a esperimento riuscito dal 1': la doppia punta è quasi un unicum per la Serie A, ma invia segnali positivi al tecnico
Edoardo Pettinelli Redattore 

Mobilità e flessibilità, principi chiave per la nuova Lazio di Baroni, uniti a un senso di sacrificio. "Preferisco un attaccante in più a patto di avere equilibrio" - le parole del tecnico vanno in una direzione di una squadra offensiva, che può affidarsi anche in coppia a Castellanos Dia. Una soluzione già adottata a Udine, ma nel disperato bisogno di pareggiare un passivo pesante di 0-2. Una possibilità che sembrava soltanto temporanea e che Baroni ha riproposto direttamente dal 1' contro il Milan con ottimi risultati (a segno entrambi).

Seppur resta ancora da trovare il giusto equilibrio, lo testimonia soprattutto il secondo gol subito contro i rossoneri, la doppia punta può diventare un'arma per i biancocelesti, anche del tutto in controtendenza col calcio attuale. In Serie A, infatti, se escludiamo le squadre che hanno un'impostazione di un puro 3-5-2 (l'Inter di Inzaghi, così come Genoa, Torino e Cagliari), in cui il sistema di gioco agevola la doppia punta, è quasi un unicum vedere in campo una squadra con i due esterni d'attacco e due attaccanti centrali. Perché, anche se sulla carta quello di Baroni era 4-2-3-1, si notava come nella fase di non possesso la squadra si assestasse con il 4-4-2.

Nel campionato italiano fa eccezione soltanto il Como di Fabregas, un 4-4-2 che può contare su Belotti e Cutroni nel ruolo di doppia punta. Soluzioni nuove per la Lazio - l'ultima con la doppia punta fu quella di Inzaghi - ma non per Baroni. Il tecnico fiorentino già a Verona aveva lavorato su situazioni simili, mandando in campo a tutti gli effetti una sorta di 4-2-4. Resta ancora da trovare il giusto equilibrio, questo è evidente. Ma i primi esperimenti danno segnali confortanti sulla convivenza della doppia punta. E per Baroni può rappresentare il modo giusto per sopperire a una mancanza di qualità negli ultimi 20 metri. E senza avere il problema della coperta corta, anche per la presenza di Noslin come jolly offensivo.