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Mimmo Caso
Protagonista dell’ultima risalita dalla B dei biancocelesti prima, allenatore della neonata Lazio di Lotito poi. Nel mezzo, allenatore della Lazio Primavera in grado di sfornare campioni come Nesta e Di Vaio. Stiamo parlando di Mimmo Caso, che ha concesso una lunga intervista alle pagine di Leggo. Queste le sue parole. “Fuori dal Mondiale? Bisogna tornare a fare i settori giovanili come si deve, ma ci piace fare da scaricabarile. Normali le critiche, ma Mancini deve restare. Si è preso la responsabilità di lanciare i giovani, dovrebbero farlo anche i club. Non è una squadra di fenomeni ma ha ottenuto grandi risultati. Nei settori giovanili di oggi si vedono più stranieri che italiani, così il nostro calcio scompare. Dalla mia Lazio Primavera sono usciti tanti campioni, non capisco perché non si possa tornare a farlo. I talenti ci sono, bisogna scovarli. Ma la classe dei dirigenti in Italia è zero.
Il primo allenatore della Lazio di Lotito? Sì, feci un favore all’allora capo della Comunicazione De Mita. Da responsabile del settore giovanile andai a fare la tournée in gippone. Poi, Peruzzi, Liveri e Oddo dissero al neo presidente Lotito di tenermi in panchina. Dissi a Sabatini di sbrigarsi sul mercato, il campionato stava per iniziare. Lui fece miracolI, ma volevano prendere Maccarone io invece chiesi Rocchi. Lo avevo visto giocare: era un fenomeno e non sbagliavo. L’ultimo derby? Sono rimasto malissimo. Non riesco a pensare che nello sport ci sia gente che non ha voglia di lottare in campo. O che non mette la giusta cattiveria. Ricordo quanto mi dissero di marcare Rivera o Zico: bisognava mettersi le mani nei capelli, ma non mi sono tirato indietro. Fascetti mi fece giocare da libero: in quanti si sarebbero presi questa responsabilità?
Oggi i giocatori alla prima difficoltà non sanno cosa fare. Nel derby non sono scesi in campo. Da laziale mi rode non poco. Quando ero in panchina non ho giocato il derby, ma Papadopulo lo vinse con una squadra inferiore che in campo mise l’anima. Non si può perdere un derby senza lottare, sono rimasto esterrefatto. Sarri? Fossi in lui andrei via. Oggi un allenatore se è legettimato bene, altrimenti non credo abbia bisogno di soldi o presentazioni dato il curriculum. Dovrebbe avere il coraggio di dire “signori, non c’è feeling con il ds, non c’è feeling con il presidente. Ci sono situazione che non mi piacciono, quindi non posso rimanere”. Per poter allenare hai bisogno che tuti siano dalla tua parte. E i tempi lunghi del rinnovo non sono un bel segnale. Ma ci sono persone preposte per fare scelte e più brave di me”.
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