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Noslin
Sorridente, felice, consapevole di quello che ha. La storia di Tijjani Noslin è atipica per un calciatore e, forse, è una marcia in più per far bene. A 21 anni il calciatore biancoceleste era ancora tra i dilettanti e per potersi mantenere lavorava da rider. Giocava in quinta divisione olandese, in un club che aveva Snejder come vicepresidente e che è scomparso in estate. Propio l’ex nerazzurro ed El Hamdaoui, l’ex Ajax che lì ha chiuso la carriera, gli hanno fatto da guida per arrivare nel calcio dei professionisti. “È successo spontaneamente. Ci siamo seduti e abbiamo parlato, poi mi hanno chiesto se potessero guidarmi. Non avevo nulla da perdere, quindi li ho seguiti e sono andato a giocare con loro” ha raccontato il calciatore della Lazio.
Dal 2020, è bastato un anno per salire in Eerste Divisie, l’equivalente della Serie B, con il TOP Oss. L’esordio però on arriverà mai, perché a fine preparazione arriva il Fortuna Sittard che lo chiama addirittura in Eredivisie. A 22 anni, l’esordio in massima serie olandese, dopo sei partite anche primo gol pochi secondi dopo l’ingresso in campo. “Sei mesi fa giocavo a calcio al DHSC e lavoravo a Subway. Quella era la vita che avevo. Ma mi allenavo ogni giorno e ora, sei mesi dopo, sono in Eredivisie”.
Lì resta per tre anni, finché non lo nota il Verona che a gennaio lo porta in Serie A. Noslin segna cinque reti in diciassette gare, fornendo anche quattro assist. Il resto, è storia recente: Baroni arriva alla Lazio portando con sé l’olandese, pronto per la prima volta a misurarsi nella vetrina europea e a proseguire una carriera da romanzo.
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