C’era attesa ieri per la decisione del Collegio di Garanzia del CONI in merito al caso tamponi che ha coinvolto la Lazio e ClaudioLotito. Dopo la condanna in primo grado a sette mesi di inibizione e in secondo grado si era arrivati a dodici. Un tempo sufficiente a far decadere il presidente biancoceleste da ogni carica federale. Ma ieri è arrivata la decisione che rimette tutto in gioco. Lotito torna alla Corte Federale d’Appello della FIGC, e vede annullati i dodici mesi di inibizione inflitti dalla stessa corte lo scorso 30 aprile.
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Lazio, la carica di consigliere federale di Lotito per ora è salva
Il presidente biancoceleste viene parzialmente accontentato: si torna in secondo grado e scadrà un mese e mezzo di inibizione
La sentenza
È stata comunicata nel tardo pomeriggio di ieri, intorno alle 19, la sentenza del Collegio di Garanzia. Nelle prossime settimane arriverà la pubblicazione delle motivazioni ma, come si legge nel dispositivo riferito al ricorso presentato da Lotito, è stato “respinto il primo motivo di ricorso, accolto i motivi 2, 3, 4, 5 e 6 nei limiti di cui in motivazione”. E, ancora, il caso è stato “rinviato alla Corte Federale d’Appello della FIGC ai fini della nuova valutazione della misura della sanzione”. Secondo indiscrezioni riportate dal Corriere dello Sport, il punto respinto dovrebbe essere quello che affermava l’illegittimità dell’impianto sanzionatorio dei protocolli Covid perché non approvato dal CONI. Ciò che conta per Lotito, però, è che la sua richiesta è stata quasi accontentata: non è stata annullata definitivamente la sanzione inflitta il 30 aprile, ma si deciso che la pena dovrà essere nuovamente determinata.
La carica
Salva quindi per ora la carica di consigliere federale, perché rimangono validi i 7 mesi della sentenza di primo grado del 26 marzo. A questi si aggiungono i due mesi comminati nel 2012 per i tesseramenti irregolari di Cruz e Zarate e il mese e mezzo del 2011 per il caso sullo stadio Olimpico. Ma proprio questi ultimi quarantacinque giorni non dovranno più essere considerati a partire dal 16 settembre. Diventerà quindi di dieci mesi il conto complessivo, in attesa della nuova sentenza della Corte Federale d’Appello. Confermati, invece, i dodici mesi di inibizione a Rodia e Pulcini.
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