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Caicedo: “La Lazio mi ha dato un’identità. Quest’anno…”

Felipe Caicedo
Intervenuto ai microfoni di gianlucadimarzio.com, l'ex attaccante biancoceleste ha parlato della sua carriera in biancoceleste e non solo
Edoardo Pettinelli Redattore 

Intervenuto ai microfoni di gianlucadimarzio.com, l'ex attaccante della Felipe Caicedo ha ripercorso le varie tappe della sua carriera con, ovviamente, l'esperienza alla Lazio al centro dei discorsi.

"Con il calcio giocato ho quasi chiuso. Ho 36 anni, non scendo in campo da un anno. Mi alleno ancora eh, ma inizio a pensare al futuro, magari come allenatore o direttore sportivo. La Lazio mi ha dato un'identità. Inter? Mi ci portò Simone Inzaghi, vinsi una Coppa Italia con un grande gruppo. Genoa parentesi sfortunata. È la squadra del mio cuore, le sarò per sempre grato. Ovviamente la seguo ancora. Ci sono similitudini tra la Lazio del 2020 (a un passo dallo Scudetto) e quella di Marco Baroni? Quell'attuale è più forte. I ragazzi sono in gamba e stanno facendo bene. Da Pedro a Dele-Bashiru fino a Nuno Tavares, la strada è lunga ma questa Lazio mi sta facendo emozionare. Ogni tanto ci scherzo su X ma finisce lì. Giusto per strappare un sorriso. Ogni tanto ci sentiamo, mi ha aiutato tanto nel mio percorso. Sono contento per i suoi traguardi, se lo merita. Come allenatore lo reputo un fuoriclasse. Inter? È stata un'esperienza molto bella. Ho avuto il piacere di giocare con grandi uomini, prima che calciatori. Ho trovato un bel gruppo e una tifoseria importante. Sono stato bene nonostante non sia riuscito a giocare quanto avrei voluto. Anche al Genoa ho dovuto lottare con qualche problema fisico, purtroppo è stata un'esperienza negativa. Tutto ha girato per il verso sbagliato e mi è dispiaciuto. Zona Caicedo? Inizialmente non sapevo nemmeno cosa fosse. Poi me l'hanno spiegato bene. Segnare in quei minuti è sempre stato molto importante per me. Dare una mano alla squadra realizzando una rete sul finale. La 'Zona Caicedo' indimenticabile? Contro il Cagliari (16 dicembre 2019, ndr). Perdevamo 1-0 e in pochi minuti l'abbiamo ribaltata grazie al gol mio e quello di Luis Alberto. Affrontammo una squadra fortissima. Espanyol e City? Di Barcellona ho un bel ricordo, lì mi sono sposato ed è nata mia figlia. Davvero un bella esperienza come quella al City. Mi sono divertito, eravamo una squadra con diversi sudamericani. Credo sia stata una tappa importante per il club che pochi mesi più tardi sarebbe passato in mano agli Emirati Arabi".