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Lazio, Caicedo: “A Roma ci ho lasciato il cuore. Credevamo allo scudetto”

Felipe Caicedo
Le parole dell'ex attaccante biancoceleste Felipe Caicedo sul momento della Lazio e su alcuni momenti vissuti nell'esperienza nella Capitale

La doppia gioia in extremis nelle notti di Champions League ha riportato alla mente dei tifosi della Lazio un solo nome. E' quello di Felipe Caicedo, idolo incontrastato rimasto molto legato ai colori biancocelesti nonostante l'addio di ormai due anni fa. Il Panterone ha confessato le sue emozioni e raccontato i suoi ricordi al Messaggero, soffermandosi anche sulla stagione 2019/2020 segnata dal Covid.

"Che bello. Ho visto solo le sintesi dei match, purtroppo a Dubai ci sono due ore di fuso orario e non mi sono potuto godere le gare contro Atletico e Celtic. Sono però felicissimo che la Lazio sia in testa al girone con 4 punti in Champions. La zona Caicedo? Significa che ho lasciato qualcos'altro, oltre il cuore. Quella definizione me la porto dentro, nacsce dalle reti segnate quando tutti pensano fosse finita. Una sensazione unica. Essere concentrati sino all'ultimo istante è un valore aggiunto, può risultare determinante nel calcio. È una mia virtù quella di non mollare mai, ma non dimenticate che è anche il motto della Lazio.

Lo scudetto nel 2020? Io ci credevo, tutti ci credevamo dentro Formello. Purtroppo la pandemia ci ha fermati e ha infranto un sogno. La scalata era iniziata proprio con il mio gol preferito contro il Cagliari al 98'. Quel colpo di testa mi aveva mandato in estasi totale, forse più dell'1-1 siglato nel recupero con la Juventus all'Olimpico. Spero che il gol di Pedro abbia sbloccato la squadra: il calendario ha influito parecchio.. L'anno scorso credevo al secondo posto e adesso credo al ritorno in Champions, nonostante la brutta classifica di quest'avvio. Bisogna ritrovare l'identità e la solidità in difesa, oltre la cattiveria in attacco. I risultati torneranno".

Infine, un pensiero su Immobile." È in un momento negativo e va aiutato. La squadra sta giocando meno per lui, che vive per il gol. Le ali, tutti, devono servirlo meglio. Ma Immobile non si discute, è la storia ed è ancora uno da 20 gol a campionato. Il bomber merita rispetto", la chiosa finale dell'ex biancoceleste.

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