Ci sono giocatori la cui storia con una maglia addosso è caratterizzata da diversi capitoli. Nella storia recente biancoceleste il calciatore che di certo ha attraversato vari momenti diversi con la maglia della Lazio è stato Felipe Caicedo. Come ricordato da lui stesso ai microfoni ufficiali della società il primo anno non fu affatto facile, complice anche il famoso errore di Crotone che di fatti costò la Champions ai ragazzi di Inzaghi. Poi una continua crescita fino a entrare in pianta stabile nel cuore di tutti i tifosi. "Amami o faccio un Caicedo" cantava la Curva Nord a squarcia gola ogni volta che l'ecuadoregno calcava il prato dell'Olimpico. Una cessione mai realmente perdonata dai tifosi alla società che avrebbero voluto ancora a lungo Caicedo in biancoceleste. Intervenuto ai microfoni di Radio Sei l'ex numero 20 biancoceleste ha parlato del suo pensiero in merito a un ritorno nella Capitale.
news
Caicedo: “La Lazio è casa mia. Fino alla fine della carriera aspetterò”
"Mi fa piacere che i tifosi mi vorrebbero come vice-Immobile. Lo so perché i tifosi mi scrivono quasi ogni giorno sui social. Purtroppo Immobile si è fatto male, ho visto la partita in cui s’è fatto male e sinceramente non gli farebbe male riposare ogni tanto, ultimamente non l’ho sentito. La stima c’è, sua moglie parla ogni giorno con la mia quindi posso dire che il legame c’è. La Lazio ha ogni reparto completo, un attaccante per far riposare ogni tanto Ciro non sarebbe male. Con Lotito non ci siamo sentiti: so che lui mi vuole un gran bene, e la cosa è reciproca. Se mi dovessero chiedere di tornare, lo farei di corsa. La Lazio è casa mia. Fino alla fine della mia carriera, aspetterò perché la mia speranza è quella".
"Devo essere sincero la Lazio mi manca tanto, è e rimarrà la squadra del cuore. Ho imparato tanto, ho sentito tanto amore da parte di tutti. Mi ricordo benissimo il gol contro la Juventus: una giocata sbagliata da Lazzari. Per fortuna la palla è arrivata a me. Ho chiuso gli occhi e calciato per far gol. Dell'ammonizione per la maglia levata non me ne importava nulla. Era un’emozione troppo grande, all’ammonizione non ci pensavo proprio. Più emozionante Juve, Cagliari o Torino? Devo dire il Cagliari anche per il momento, per come stavano andando le cose. Eravamo sotto 1-0, poi Luis Alberto, al 98’ ho fatto il 2-1, è stato un qualcosa di magico”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA