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Brocchi: “Eternamente grato ai tifosi della Lazio. Il loro saluto…”

Edoardo Pettinelli Redattore 
In un lungo interento ai microfoni di RadioSerieA l'ex centrocampista biancoceleste ha parlato della sua avventura nella Capitale e non solo

Eroe del 26 maggio, entrato nel cuore dei tifosi della Lazio a suon di prestazioni di livello: Cristian Brocchi è senza dubbio uno dei calciatori maggiormente apprezzati dai tifosi biancocelesti per la sua enorme applicazione in campo. Intervenuto ai microfoni di Radio Serie A Brocchi ha ripercorso la sua esperienza alla Lazio.

"Ho due vittorie più importanti nella mia carriera: la Champions League del 2003 e la prima Coppa Italia con la Lazio del 2009. Lì, dopo essere andato via dal Milan, volevo far vedere che avevo dato anche io il mio contributo insieme a tutti quei fenomeni con cui giocavo e che potevo vincere anche con un’altra maglia. Alla Lazio ho fatto cinque anni meravigliosi, di cui quattro sempre titolare e l’ultimo purtroppo fermo per infortunio. Sono andato lì per vincere e al primo anno abbiamo portato a casa la Coppa Italia, importante anche e soprattutto per me come giocatore. Pensavo che dopo il Milan non potessi trovare più un’altra mia famiglia, credevo che non avrei potuto più affezionarmi a una squadra. Invece arrivo alla Lazio e il primo anno ho fatto una difficoltà incredibile.

Da milanese era un ambiente totalmente diverso, ho fatto davvero fatica. Dal secondo anno in poi mi è cambiata la vita a Roma: sono entrato nel modo di ragionare, di affrontare le partite, i derby, le radio, i tifosi per strada. Mi sono davvero legato a tutti loro del mondo biancoceleste. Dopo una freddezza iniziale, anche da parte dei tifosi che pensavano che fossi andato a svernare dopo il Milan, ho scoperto un ambiente meraviglioso. Nel nostro rapporto c’è stata purezza e affetto reciproco. Il saluto che mi hanno fatto i tifosi della Lazio quando ho smesso di giocare ancora oggi mi fa venire i brividi, ho una riconoscenza nei loro confronti davvero immenso. Ricordo un Bari - Lazio, quando c’era Reja. Era un periodo in cui non stavamo benissimo, dovevamo fare risultato a tutti costi. Per 90 minuti abbiamo fatto una partita totalmente bloccata, io sono sempre tornato solo indietro al terzino. Alla fine abbiamo vinto 2-0, ma non mi ero divertito per niente, non mi era piaciuta la partita nonostante la vittoria. Poi quella gara è stata un caso, perché per il resto del campionato Reja ci faceva giocare bene a calcio”.