Sono passati 10 anni esatti dal quinto e ulimo Scudetto vinto dalla Lazio Primavera. Alla guida di quel gruppo, in cui figurava anche Cataldi - a segno nella finale vinta per 3-0 ai danni dell'Atalanta - c'era Alberto Bollini. L'ex allenatore dei giovani biancocelesti, già vittorioso nel 2001, ha instaurato un legame con Roberto Mancini, che ha voluto inserirlo nello staff azzurro in vista delle Finals Four. Ma è anche il tecnico dell'Italia U19, che sarà impegnata dal 3 al 16 luglio nell'Europeo di categoria.
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Lazio, Bollini: “Cataldi a questi livelli? Ne ero certo già 10 anni fa”
Alle colonne del Corriere dello Sport, Bollini è tornato a parlare di DaniloCataldi, capitano della Lazio Primavera nel 2013, che dall'arrivo di Sarri si è consacrato come un titolare fisso. "Si vede che all’epoca sono stato un po’ lento a dargli la formazione... I giovani hanno bisogno di sbagliare e non c’è sempre questa pazienza. Su Danilo avevo la certezza che sarebbe arrivato a giocare in Serie A con grande continuità, ma contano l’esperienza del campo, l’ambiente giusto, l’allenatore che ti sa collocare e l’emotività per potersi gestire nei momenti meno positivi. Lui ora ha raggiunto questo tipo di maturità" - ha dichiarato Bollini.
Ne ha fatta di strada, da quando ricopriva il ruolo di vice-allenatore di Reja a lavorare al fianco di Evani, Lombardo e Salsano con la Nazionale: "E’ una soddisfazione, devo ringraziare la Figc, Mancini e lo staff. Mi hanno voluto qui e sono stato accolto con serenità, la stessa che emerge come spirito di gruppo e con la squadra". Sono tante le difficoltà dei ragazzi giovani di fare il salto in prima squadra: "C’è un gap troppo grande tra Primavera e prima squadra, ai ragazzi non riesce il passaggio in automatico. E’ importante creare un percorso attraverso ambientamento, categoria. Il coraggio degli allenatori favorisce. Le seconde squadre aiutano nell’avvicinamento".
Bollini ha poi concluso ricordando lo Scudetto vinto con la Lazio nel 2013: "Soddisfazione incredibile, tornavamo a Gubbio un anno dopo, con un gruppo diverso. Nel 2012 avevamo perso lo scudetto con l’Inter. Cataldi, lazialissimo, lo avevo punzecchiato e stimolato il giorno prima della finale con l’Atalanta. Eravamo arrivati primi nella regular season e temevo calasse la tensione. Lavorammo tanto per formare il gruppo. E nei quarti non avevo avuto Keita e Tounkara, squalificati. Ci tenevamo tanto. Ricordo l’esplosione di gioia del mio percorso laziale, era il secondo titolo dopo quello vinto nel 2001".
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