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Mauro Bianchessi
AGGIORNAMENTO 23/04 - Stando a ciò che si apprende dalle colonne de Il Messaggero, il responsabile del settore giovanile biancoceleste starebbe pensando di rassegnare le proprie dimissioni. Il motivo? Per il quotidiano a Mauro Bianchessi sarebbe stato negato, e non una sola volta, il diritto di vedere i ragazzi scovati da lui fare il salto in Primavera. Serbatoio che da anni è gestito dal direttore sportivo Igli Tare. Secondo il quotidiano, perciò, il motivo del possibile addio sarebbe da attribuire ad alcune divisioni interne.
È una lunghissima intervista quella rilasciata del responsabile del settore giovanile dellaLazio, Mario Bianchessi, ai microfoni dei canali ufficiali biancocelesti. Bianchessi, infatti, è intervenuto per fare il punto su una stagione che sta dando grandi risultati ai baby biancocelesti, dai più piccolini fino all'Under-17. In attesa di scoprire il destino della Lazio Primavera, che è invece in mano al ds Igli Tare. Queste, intanto, le parole di Bianchessi.
“L’Under 17 ha ipotecato il secondo posto con due giornate d’anticipo. È stata bella la vittoria a Napoli in un campo difficile: non era scontata. La squadra sta crescendo anche dal punto di vista della mentalità. Sono fiero di loro, visto che molti di questi ragazzi giocano anche in Nazionale e sono in ottica Europeo. Hanno ottenuto l’obiettivo: essere ai quarti di finale per il titolo italiano. Siamo fra le otto più forti d’Italia e credo sia una grande soddisfazione sia per i ragazzi che per lo staff e la società. L’Under 16 ha recentemente vinto il derby, è una squadra importante con molti giocatori di prospettiva. È stata un’ottima stagione, con solo una sconfitta e la vittoria del campionato, che mancava da anni. L’ultima risale agli Allievi Regionali con Simone Inzaghi.
Ieri c’è stata una riunione con tutti gli staff dall’Under 15 all’Under 17: mi sono complimentato con loro perché abbiamo fatto un bellissimo percorso. Ma siamo a metà dell’opera, la parte più bella della stagione arriva ora. Maggio e giugno saranno determinanti, noi vogliamo arrivare fino in fondo. L’Under 15 ha centrato i playoff: abbiamo costruito una squadra competitiva, ma falcidiata dal Covid: in 18 su 24 giocatori lo hanno avuto. Per fortuna però abbiamo centrato l’obiettivo. A memoria non ricordo quando la Lazio dei Giovanissimi ci era riuscita, speriamo di poter recuperare più ragazzi possibili.
L’Under 14 ha vinto nel 2019 il titolo regionale. Con questa annata facciamo due campionati, e siamo primi in entrambi. Ci puntiamo molto e investiremo anche il prossimo anno per rinforzarla per il campionato Under 15. Vogliamo prendere ragazzini di 13/14 anni dal territorio laziale, offrendo un importante progetto tecnico e mettendo a disposizione tantissime risorse. Credo che lavorando in una certa maniera si possano ottenere risultati importanti. Vogliamo arrivare ad avere veri giocatori da Primavera per poi portarli anche in Prima Squadra. Ora puntiamo a vincere contro l’Ascoli per il primo posto. A livello di scouting abbiamo lavorato molto su queste fasce d’età: siamo orgogliosi, i risultati danno concretezza al nostro lavoro.
L’Under 13 PRO sta facendo bene, vogliamo ripartire da qui per il futuro: faccio così da 31 anni di carriera. Ho sessantadue giocatori oggi tra Serie A e Serie B e sono tutti arrivati tra i 13 e i 14 anni. Abbiamo pensato una struttura, l’ARPA (Analisi, Ricerca e Performance) con insegnati e figure professionali che operano anche al di fuori del calcio. La soddisfazione è grande, divido il merito con tutti. L’entusiasmo in casa Lazio per il settore giovanile è grande. Io provo a tenere tutti con i piedi per terra, ma speriamo di festeggiare a giugno, anche se non eravamo mai arrivati al punto in cui siamo ora.
Alcuni ragazzi faranno parte del percorso europeo: Magro, Troise e Milani. Sono profili interessanti. Non credo che la Nazionale possa prendere solo giocatori biancocelesti (ride NdR), ma è un motivo d’orgoglio. E poi c’è Matteo Dutu, che ha scelto la nazionale della Romania ed è un profilo importante del nostro settore giovanile. Oggi è cambiato il modo di lavorare sui giovani, in passato c’era una pressione diversa anche dalle famiglie. Oggi se un ragazzo non gioca è sempre colpa dell’allenatore, manca autocritica. La crisi economica porta ad avere grandi aspettative sui ragazzi e crea loro molte pressioni. E i procuratori si presentano con i bambini di 14/15/16 anni. Fatico a digerirlo, alcuni dovrebbero essere banditi. Ma è una realtà di cui dobbiamo purtroppo prendere atto e conviverci. Tuteliamo i ragazzi, sperando seguano le direttive della società e non tanto quelli che io chiamo ‘venditori di fumo’”.
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