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Arriva l'immediata replica alle parole del presidente della Lazio Claudio Lotito, intervenuto pochi minuti fa sulle frequenze di Radio 24 sulla querelleJuan Bernabé. Chiede scusa "e forse anche di più" l'ormai ex falconiere biancoceleste, che ci ha tenuto, con un post su Instagram, a fare chiarezza in merito ad alcune accuse mosse nei suoi confronti nelle scorse ore dopo il licenziamento per postato proprio sullo stesso social il video che mostrava le sue parti intime dopo un'operazione di innesto di una protesi peniena effettuata dal chirurgo Gabriele Antonini. Queste le sue parole: "Buonasera, sono Juan Bernabé. Volevo comunicarvi che le cose che dicono di me non hanno senso. Devo chiedere scusa per quello che è successo, sono veramente pentito e mi vergogno con tutto il popolo italiano, soprattutto per i genitori di figli minorenni. Riconosco lo sbaglio e chiedo scusa alla tifoseria della Lazio, che ha anche sofferto per il mio errore.
Chiedo scusa anche al presidente della Lazio e a sua moglie perché rappresentano la Lazio, ma non alla sua persona. Credo che sia normale che quando parla con me deve avere una certa considerazione, ai bambini piace tanto Olympia che è il simbolo della Lazio. Io conto di meno, quanto fatto in quindici anni non può essere cancellato per un errore. Un errore umano. Queste sono le conseguenze, sono un uomo e sono qui per parlare. Sono tranquillo per quello che dicono di me, non so da dove escono tutte queste cose di io che urlo. Sono tutte cazzate, io sto seguendo il decorso post-operatorio. Ho due figli da crescere, serve contesto alle cose che vengono dette. Parlando con alcuni amici ho capito che devo accettare perché non è un momento duro, di più. All'interno della Lazio mi dicono che sono una persona di merda, non capisco come tante persone che mi insultano e non capiscono che nella vita si può sbagliare. Chiedo perdono, non è cosa brutta il perdono. Gesù Cristo perdonò e perdona ogni volta. Serve il contesto alle cose che vengono dette, quando hanno detto che passavo sul tartan con gli occhiali da sole in mutande come fosse una cosa strana, un minuto prima ho dato via tutto il mio completo.
Completo che ho pagato io, per tutte le partite, 280 euro. Ci sono testimoni. Quando dava la maglietta passavo i guai, poi mi chiedevano i calzini, poi il pantaloncino, restavo in mutande per accontentare la tifoseria della Lazio. Ero con gli occhiali da sole perché mi venivano le lacrime agli occhi a bordocampo, quando mi avvicinavo. Cose che non potete immaginare quando vedevano Olympia, ho visto un ragazzo con la leucemia che cercava di saltare per toccarla, tanti bambini piangevano, mi hanno detto tante cose belle ed è impossibile contenere l'anima. Ci sono tanti immagini di io che piango e mi dicono degli occhiali, che usavo per non dare l'immagine dell'uomo debole. Spero di trovare pace, sono preoccupato per quello che vedo, volevo dire questo cose. Chiedo scusa, forse anche di più. Un abbraccio alla società tutta, spero mi perdonino. Lo ammetto: la tolleranza con la persona è la cosa più bella. Un abbraccio a tutti, forza Lazio!"
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