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La Lazio batte l’Empoli e ipoteca l’Europa, super Mandas!

Lazio-Empoli
Grande prestazione del greco, migliore in campo insieme a Kamada. Patric apre la gara, Vecino la chiude: tre punti d'oro per i biancocelesti
Michele Cerrotta

Aprite le porte alla bellezza”. Sarà d’accordo anche Maurizio Sarri, lui che a quella Lazio del ’74 era così legato, se prendiamo in prestito lo slogan che quasi tre anni fa lo accolse a Formello. Quella di oggi non è più la sua squadra, eppure chissà quanto avrebbe voluto esserci lui oggi per celebrare la Banda Maestrelli, riunita con l’aiuto dei figli di chi non c’è più all’Olimpico per celebrare i cinquant’anni di quello storico, primo scudetto. La bellezza è totale sugli spalti: è una lunga ora e mezza quella che accompagna fino al fischio di inizio, ma sembra quasi volare. Stadio gremito, bandiere in ogni angolo, tanti cori e commozione per il ritorno di quegli eroi che scrissero una pagina immortale della storia del calcio.

Dopo il fischio d’inizio, invece, la partita non regala grandissime emozioni. L’Empoli fa capire subito la sua idea di gara: contrasti duri, perdite di tempo e poi provare a colpire nei buchi lasciati dalla Lazio. I toscani ci provano davvero a far male ai biancocelesti, trovano anche un gol al 18’ con una carambola su Caputo che si era però lanciato in evidente posizione di fuorigioco: basta un silent check per confermarlo. Al 35’ però manca davvero un soffio al vantaggio degli ospiti. Guendouzi perde palla sulla linea di fallo laterale a due passi dall'area di rigore, recupera Cancellieri che si infila, supera anche Romagnoli e mette dentro per Caputo che, tutto solo e da due passi, calcia a botta sicura. Serve allora un clamoroso intervento con la mano di richiamo di Mandas a negare il gol e a deviare in angolo.

È invece la Lazio a trovare il gol del vantaggio sull’ultima palla del primo tempo. Zaccagni va a battere un corner perfetto sul primo palo, Patric si fionda sul pallone con una zampata quasi da bomber d’area di rigore e fa esplodere l’Olimpico. Neanche il tempo di tornare in campo dopo l’intervallo che quasi arriva il raddoppio: Guendouzi mette dentro dalla destra per Immobile, che fa la sponda verso Zaccagni. Il numero 20, però, manca il tempo del tiro e l’azione si spegne. Con essa si spengono anche le vere occasioni della Lazio, che prova a ripartire tenendo a bada un Empoli arrembante e alla ricerca del pareggio. Serve ancora un ottimo Mandas a cinque minuti dal 90’: il greco si allunga e toglie il colpo di testa di Shpendi dalla porta.

Ci pensa allora Vecino, su assist di Pedro, a chiudere il match a un minuto dal 90’: palla dentro per l’uruguaiano che batte Caprile da due passi, esplode la festa all’Olimpico. I cinque minuti di recupero fanno però danni: Romagnoli, all’ultimo secondo, si fa ammonire. Diffidato, salterà la gara a Milano con l’Inter. Sulla punizione è ancora super Mandas, poi non c’è più tempo: la Lazio vince per se stessa, per l’Europa League e per continuare a mantenere viva la minima speranza Champions. E, soprattutto, vince per quella splendida squadra del ’74 che oggi celebra tutto l’Olimpico.

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