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Il Dio del calcio è di scena all’Olimpico: la Lazio strappa un punto meritatissimo

Lazio-Atletico Madrid
Notte di gala all'Olimpico: quando le chance sembravano finite, Provedel si riscopre attaccante e regala alla squadra un punto pesantissimo
Michele Cerrotta

È l’urlo di un popolo atteso 5761 giorni. La Lazio torna a giocare una partita di Champions 15 anni, 9 mesi e 8 giorni dopo l’ultima volta e la sua gente risponde presente. Da brividi la cornice nel prepartita, impressionante l’urlo dello stadio all’inno della Champions. La cornice è da gala d’eccezione, l’approccio della Lazio anche. La squadra di Sarri scende in campo con il coltello tra i denti: attenta, determinata e aggressiva. L’Atletico fatica di fronte alla pressione dei biancocelesti, che si rendono spesso pericolosi nella trequarti avversaria. Ci va vicinissimo Romagnoli di testa su angolo di Luis Alberto, la palla finisce fuori. Al 21’ arriva il primo giallo, fiscale, per Simeone fuori dall’area tecnica. La Lazio insiste, Zaccagni impegna Oblak su una punizione forte ma lontana. Al 26’ ammonito anche Griezmann che allontana il pallone a gioco fermo.

Passano due minuti e Luis Alberto quasi fa venire giù lo stadio: cross dalla trequarti di Marusic, il Mago si coordina alla grande e calcia al volo, la palla esce a lato di Oblak. Il calcio però è severo e non perdona la Lazio: Barrios tira dalla distanza e trova la deviazione di Kamada che mette Provedel fuori causa. L’Atletico è in vantaggio al 29’. Quattro minuti dopo Molina entra duro su Pellegrini, che rimane a terra dolorante al ginocchio. Il terzino prova a rientrare, ma al 38’ deve arrendersi e lasciare spazio a Lazzari. Un minuto prima ammonito anche Sarri, che segue in tutto e per tutto l’esempio di Simeone. Dopo due minuti di recupero si va all’intervallo con tanti rimpianti ma a testa alta. Alla ripresa un cambio per Simeone: fuori Barrios, dentro Gimenez con Witsel che si alza a centrocampo.

L’Atletico riparte aggressivo alla ricerca del colpo del ko, ma dopo un paio di minuti di paura la Lazio riprende campo e coraggio in cerca del gol del pari. L’occasione migliore, clamorosa, capita sui piedi di Ciro Immobile al 55’. Oblak sbaglia il rinvio, Felipe Anderson gira per il capitano che, al centro dell’area, controlla e calcia addosso al portiere avversario. Al 61’ cambia Sarri: fuori Felipe Anderson e Kamada, dentro Isaksen e Guendouzi. Sei minuti dopo arriva il giallo per Lino, che alza troppo il braccio su Lazzari dopo un tiro cross pericoloso respinto con una parata plastica da Provedel. E ancora il portiere della Lazio pochi minuti dopo è miracoloso su una conclusione a botta sicura di Lino. Cambia di nuovo Simeone al 75’: fuori Witsel, dentro Correa. Passano due minuti e Sarri chiude gli slot: fuori Vecino e Zaccagni, dentro Cataldi e Pedro.

Al 79’ continua la girandola di cambi, con Lino che lentamente lascia spazio a Riquelme facendo spazientire l’Olimpico. All’84’ due gialli in pochi secondi. Griezmann sbraccia su Lazzari: già ammonito, viene graziato dall’arbitro che non Ischia neanche fallo. Patric protesta: ammonito. Immobile, da capitano, va a farsi sentire: giallo anche per lui, non sono ammesse spiegazioni neanche con la fascia al braccio. Graziato anche Romagnoli due minuti dopo per un fallo su Correa. La Lazio si lancia alla disperata ricerca del pari negli ultimi minuti: serve un miracolo di Oblak per negare il pari a Cataldi.

Ma il Dio del calcio ha lo sguardo puntato sull’Olimpico e regala alla Lazio il meritato pareggio, all’ultimo secondo disponibile. Sale anche Provedel, gli anni passati in porta non cancellano l’istinto dell’attaccante e, con uno stacco imperioso, batte Oblak. Esplode l’Olimpico, esplode la panchina: la Lazio strappa un punto pesantissimo dopo una prestazione da grande tra le grandi.

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