Si arrende alla Lazio l'Atalanta. I biancocelesti tornano a vincere contro i bergamaschi all'Olimpico in campionato dopo sei anni, grazie a una prestazione di cuore e grinta. Al termine del match, intanto, l'allenatore della Dea Gian Piero Gasperini è intervenuto in conferenza stampa. Queste le sue parole.
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Lazio-Atalanta, Gasperini in conferenza: “Eravamo stati bravi a recuperarla, poi…”
L’urgenza è più allineare i nuovi ai vecchi o avere di più da chi entra?
“Non faccio mai distinzione tra nuovi e vecchi a ottobre. Abbiamo esempi anche molto buoni, sono anche loro gli artefici dell’inserimento perché capiscono che abbiamo bisogno di essere sempre attenti e concentrati, e che vestire la maglia dell’Atalanta è molto gratificante. Poi ci sono anche difficoltà, alcuni oggi hanno fatto prestazioni valide, altri meno. Ma l’atteggiamento è stato positivo da parte di tutti. L’unica cosa che non ci possiamo permettere è avere giocatori in mezzo al campo non attivi, questa cosa non può essere accettata. Per il resto la prestazione è stata ancora di livello: rimontare due gol alla Lazio dopo un inizio difficile in cui andavano al doppio di noi non era facile. Il primo ce lo siamo fatti su angolo, il secondo un contropiede perfetto. Poi siamo cresciuti e quando abbiamo raggiunto il pareggio eravamo fiduciosi di vincerla”.
Avete preso 53 gol nei primi minuti, contro la Lazio negli ultimi precedenti in due occasioni eravate sotto.
“È un tallone d’Achille che ci troviamo dietro da tempo. È vero, lo dicono i numeri. Le partite le compromettiamo spesso quando iniziamo sbandando. È successo anche a Frosinone, poi oggi eravamo stati capace di rimontare però è chiaro che partire due gol sotto non è facile, sono le giornate in cui facciamo fatica a portare a casa il risultato. Lo sappiamo, proviamo a porre rimedio. Oggi su angolo è stato pesante prendere questo gol. Ma dobbiamo guardare anche il bicchiere mezzo pieno: dopo aver giocato domenica con la Juve e giovedì con lo Sporting venire all’Olimpico e riuscire a fare una certa prestazione recuperando la gara è importante. Poi ci dispiace per il gol preso, era evitabile, ma dobbiamo guardare anche le cose positive che sono tante”.
Come trova ogni volta motivazioni per rimanere dopo tanti anni all’Atalanta?
“La mia è una bella storia, ogni volta vorrei ripartire da zero annullando il campionato precedente. A Bergamo non è facile stare tanti anni a livelli europei, cercare di stare in alto in campionato. Ma è una bella scommessa ed è un ambiente che mi apprezza molto: dove sei apprezzato è giusto restare”.
Il modello del guadagno per l’allenatore sulle plusvalenze è applicabile anche altrove?
“Brambati ha detto dei numeri che dimostrano come deve imparare le tabelline. Fosse vero sarebbe bello, l’Atalanta quest’anno ha fatto milioni di plusvalenze. Nel mio caso fosse vero sarei molto ricco, molto più di quello che sono. L’Atalanta mi paga bene, ma le ca**ate che dice Brambati chiedetele a lui”.
L’anno scorso ci fu un suo sfogo dopo Atalanta-Inter riguardo gli obiettivi che dovevano essere chiari. Quest’anno sembra viverla in modo più sereno.
“Quest’anno la squadra è rimasta uguale, è andato via solo Zapata della vecchia guardia. E ancora oggi abbiamo quel nucleo molto forte che nonostante il passare degli anni rimane molto affidabile anche per inserire poi dei nuovi. Quest’anno è stata fatta un po’ di rivoluzione in attacco, dove sono arrivati tre giocatori. Purtroppo Toure non lo avremo fino a gennaio. Con De Ketelaere e Scamacca stiamo lavorando, arrivano da stagioni non positive ma hanno dato segnali importanti. Al momento hanno giocato poco, hanno bisogno di valorizzarsi e crescere. Paradossalmente il pezzo importante è stato Kolasinac a zero. Per il resto proseguiamo sula nostra solita linea. Rispetto all’anno scorso quest’anno abbiamo le coppe e per fortuna finora non abbiamo pagato dazio con infortuni. Quando va in campo questa squadra quindi è sempre competitiva, ma la stagione è ancora lunga e il problema delle coppe sono gli eventuali infortuni”.
La difficoltà di inserimento dei nuovi sta nel mantenimento della concentrazione o in altro?
“A volte fanno molto bene, a volte c’è anche o’avversario di mezzo. L’importante è che ci sia lo spirito, che prendano da chi è qui da esempio concentrazione e attenzione, giocare le gare nel modo giusto. Quando c’è questo si accetta anche l’errore”.
Nell’ultima parte di gara alla sua squadra è mancata un po’ di birra o è subentrato appagamento inconscio?
“Forse entrambe le cose, ma non abbiamo mai rinunciato. Erano anche le tre di pomeriggio e faceva caldo. Ma non si poteva giocare di lunedì perché c’è la Nazionale di mezzo, non sono tre ore a spostare. L’anomalia è che siamo a ottobre e fa ancora molto caldo. Alcuni hanno terminato la gara sfiniti, ma sono stati in campo bene fino alla fine. Sono molto contento per l’ennesima prestazione della squadra”.
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