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Amarildo e Claudio Lotito
Nel match program di Lazio-Spezia, oltre all'intervista esclusiva a Provedel, la società biancoceleste ha pubblicato anche un'intervista ad Amarildo, bomber indimenticato nonostante un solo anno in biancoceleste e protagonista di uno dei cori più longevi della tifoseria. Queste le sue parole. “La Serie A all'epoca era il campionato più bello e seguito al mondo. In Brasile la vedevano tutti. C'erano tanti campioni in ogni squadra, per questo è stato un anno indimenticabile. Far parte della Lazio è stato bellissimo, i biancocelesti erano tornati nella massima serie da due anni e puntavano in alto. Segnai 9 gol tra campionato e Coppa Italia, tutti allo stadio Flaminio. Eravamo una squadra compatta, con grandi individualità come Pin, Sclosa e Di Canio, e una tifoseria pazzesca, pronta a sostenerti in ogni partita”.
Sabato 30 dicembre 1989, doppietta e 3-0 al Napoli futuro campione d’Italia: non male…
“La ricordo come se fosse ieri, fu incredibile. l'anno primo, con il Celta Vigo, giocai contro il Real Madrid, che non perdeva da tante partite: segnai una doppietta, infliggendo ai Blancos l’unica sconfitta di quel campionato. Stessa situazione quando affrontammo il Napoli, a lungo imbattuto: segnai due gol, fu una gara perfetta, Aprii e chiusi l'incontro, Pin firmò il 2-0. Il Flaminio vibrava, i tifosi erano impazziti. Sicuramente fu il momento più bello del mio periodo alla Lazio”.
Stai seguendo la Lazio di Sarri?
"Ho visto tante belle partite, mi fa piacere vedere in rosa tanti calciatori di qualità. C'è stato il passo falso in Europa League, ma il destino è tutto nelle mani dei biancocelesti. Bene invece il percorso in campionato, con la squadra in corsa per le prime posizioni. Sarri è un grande allenatore e la Lazio è forte: ci sono tutti gli ingredienti per puntare in alto”.
Due brasiliani in rosa, Marcos Antonio e Felipe Anderson: ti piacciono?
“Felipe Anderson è un amico e un grande calciatore, dopo l'avventura in Inghilterra è tornato più forte rispetto al suo primo periodo nella Lazio, sta facendo molto bene. Anche Marcos Antonio ha qualità importanti, gli serve solo un po' di tempo per diventare un pilastro del centrocampo. In Brasile sono molto seguiti, hanno ancora margini di miglioramento”.
Immobile è il miglior marcatore nella storia della Lazio, come lo avresti visto in un tridente con Amarildo e Sosa?
"Sarebbe stato fantastico (ride, ndr), anche se sono due epoche differenti. Segnare era bellissimo, rendere felici i tifosi della Lazio ancora di più. Lo stesso discorso valeva per Sosa e ora Immobile. Ciro è uno dei migliori attaccanti in circolazione, uno dei più importanti nella storia del calcio italiano. Oltre a essere un grande bomber poi è anche un bravo ragazzo ed un professionista esemplare. Spero di incontrare lui e i protagonisti della Lazio attuale il prima possibile”.
A proposito, Milinkovic e Luis Alberto sembrano due brasiliani per come trattano il pallone?
“Assolutamente sì, anche se il calcio è cambiato molto. Oggi, rispetto ai miei tempi, ci sono tanti calciatori bravi di ogni nazionalità: Sergej e Luis sono due delle stelle di questa Lazio, garantiscono tanti assist in ogni stagione”.
Sei il protagonista di uno dei cori più famosi da parte dei tifosi, quanto sei orgoglioso di questo?
“Ogni volta che sento un tifoso cantare questo coro mi riempie il cuore di gioia e allegria. Il legame tra me e i tifosi della Lazio è sempre molto forte, sono orgoglioso di questo. Quando lo racconto in Brasile, tutti mi chiedono come sia possibile ricevere tutto questo affetto da una tifoseria. Il mio unico anno nella Lazio è stato indimenticabile. Per dire grazie a questi colori ho anche dato il nome di Parque Lazio a tre palazzi di mia proprietà. Oggi alleno la primavera del Porto Vitoria, quando ai ragazzi racconto il mio periodo in biancoceleste li faccio sognare di poter diventare dei campioni”.
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